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A Firenze nasce CASA DELL’AUTORE: intervista a Manuela La Ferla

dicembre 29, 2012

A Firenze nasce CASA DELL’AUTORE: intervista a Manuela La Ferla

di Massimo Maugeri

Nasce a Firenze la CASA DELL’AUTORE di Manuela La Ferla. L’obiettivo dichiarato è quello di rimettere al centro del lavoro il testo e il suo autore, nel rispetto estremo della scrittura e fuori dalle forzature del mercato: un luogo dove le storie potranno circolare liberamente e le idee trovare terreno fertile, una modalità di lavoro che conserverà il nucleo antico del lavoro editoriale, ma guarda al futuro, alle nuove forme che con il digitale assumeranno un aspetto ancora difficile da immaginare. Uno spazio per autori italiani di eccellenza, per testi di narrativa e progetti di saggistica contemporanea.

Manuela La Ferla– Cara Manuela, da quanto tempo lavori del mondo dell’editoria? Ti andrebbe di raccontarci un po’ di te?
In breve: lavoro da venticinque anni in campo editoriale, come Editor Italiani, sia di narrativa che di saggistica contemporanea. Nasco in Sicilia cinquantanni fa, nella città da cui mi scrivi e che saluto. Vivo con mio marito e mio figlio Natnael di anni sette, a Firenze, mia città adottiva da oltre trent’anni (con tutti questi conti finirò per sentirmi vecchissima). Ho dedicato gran parte della mia vita alla letteratura e alle parole, fare l’editor è il mio modo di stare al mondo e quando penso penso da sempre sotto forma di libro. E per libro intendo un testo, originale, in lingua italiana, che poi vada in cartaceo o digitale è un’altra storia, ma non è questo il punto fondamentale, almeno per me.

– A tuo avviso, cosa è cambiato nell’attuale sistema editoriale italiano dall’inizio della tua attività a oggi? Quali i pro e i contro?
Non è cambiata la passione dei giovani che vorrebbero entrare a far parte di questo nostro piccolo mondo, molto conservatore. Non è cambiata la dedizione dei molti che si prendono cura dei testi e non è cambiato il desiderio degli autori di arrivare ai propri lettori attraverso il filtro editoriale di una casa editrice. Per il resto, sembra di stare in un mondo capovolto. Chi guarda al mondo editoriale da fuori non credo lo sappia: ma l’industria editoriale è spesso strozzata da tempi di produzione accelerati e vittima colpevole della dittatura delle tirature (tranne che per il digitale). La cornice insomma si è un po’ mangiata il quadro. E il quadro, almeno per me, era e resta l’autore e il suo testo.

– Credi che il ruolo e i compiti dell’editor, in particolare, siano cambiati in questi anni? Perché la figura dell’editor è ancora importante?
Oggi l’editor è soprattutto un publisher, una persona molto competente che però compra libri già fatti altrove, mentre io mi sono sempre dedicata a farli i libri, e per farli non intendo costruirli a tavolino, anzi, intendo dire, anche pensarli, sì, se si tratta di saggistica, ma soprattutto aiutare l’autore a riflettere sul senso del proprio lavoro. Ed è proprio questo tipo di figura che è quasi del tutto scomparsa, quello che una volta si chiamava il consulente letterario di professione. Ci sono delle eccezioni, ma sono mosche bianche ormai. Il clima è mutato e non da oggi. Oggi su tutto vince il commerciale e le aspettative del lettore, quasi fosse la domanda a generare l’offerta e non viceversa.

– Parliamo di questo tuo nuovo progetto: CASA DELL’AUTORE. Come nasce? Quali sono i suoi obiettivi?
La casa dell’autore vuole essere un luogo di controtendenza. Uno spazio dove le storie possano trovare terreno fertile e le idee fluire liberamente, nel rispetto della scrittura e dei tempi dell’autore. Una modalità di lavoro che conservi il nucleo antico del lavoro editoriale (dalla maieutica all’editing vero e proprio), ma guardi al futuro con curiosità e anche umiltà.

– Nel comunicato relativo a “Casa dell’autore” trovo questa citazione di Roland Barthes: « Oggi non vi è più alcuna richiesta di consigli pratici: ma vi è sempre una forte richiesta di riconoscimento attraverso la scrittura. Ciò che è cambiato, che è divenuto desueto, è non il desiderio di scrivere, ma la perdita del sentimento che la scrittura è legata a un lavoro, a una pedagogia, a una iniziazione. »
È davvero così?
Credo di sì. La rete ha amplificato questa coazione alla scrittura rendendola orizzontale e alla portata di tutti. Bene, me ne rallegro. Ma io mi rivolgo ai veri, autentici Autori in Lingua Italiana, la nostra forza e la nostra unicità. Chi scrive sa perfettamente quanto sia utile, se non addirittura necessario, lo sguardo di un Editor che standoti vicino ti aiuta ad andare proprio lì dove volevi. E tutto questo vuol dire verticalità, riflessione. In altre parole: tempo dedicato, per questo credo che oggi più che mai sia difficile farlo all’interno delle case editrici. Non farò da Agenzia e non farò letture a pagamento. Continuerò a fare l’Editor, ma in modo Indipendente, tutto qua: “è questa la novità”.

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Manuela La Ferla, catanese di nascita ma fiorentina di adozione, vive e lavora a Firenze Ha collaborato a vario titolo con: Rizzoli, Feltrinelli, Adelphi, Einaudi, Theoria, Giunti, Mondadori, Fazi, Il Saggiatore, Cadmo e Longanesi. Ha collaborato a lungo anche con diverse testate, tra cui Diario La Stampa e curato testi di Letteratura fantastica per diversi editori. Da un paio di anni cura la rubrica «Piccole Italie», su Latitudes.
Come curatrice e autrice, è onorata di far parte nel suo piccolo del catalogo Sellerio. Da molti anni insegna editing alla Scuola Europea di Traduzione Letteraria. Nel 2013, in linea con l’evoluzione del mondo editoriale aprirà la casa dell’autore®, un crogiolo di eccellenza per testi e autori di qualità. Il vero lavoro editoriale, prima e oltre le case editrici. A Firenze, in via maggio 35. info@casadellautore.it

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