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TRADITORI BIBLICI di Lorenzo Bortolin

gennaio 15, 2024

Traditori biblici. Hanno ingannato parenti, amici, il loro popolo e persino Dio - Lorenzo Bortolin - copertina“Traditori biblici. Hanno ingannato parenti, amici, il loro popolo e persino Dio” di Lorenzo Bortolin (Effatà, 2023)

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di Helena Molinari

Giuda Iscariota? Certo. San Pietro? Anche. Il re Davide? Pure lui. E, come loro, Esaù, Dalila, Saul e un’altra cinquantina di personaggi biblici. Uomini e donne che per motivi diversi hanno tradito genitori, fratelli, coniuge, figli, amici, il loro popolo e persino Dio. La Bibbia non racconta soltanto vicende ammirevoli, educative, consolanti: conosce l’«impasto» umano. E se riferisce quei fatti, il motivo è un altro: la misericordia, lo sguardo d’amore di Dio trasforma gli errori in occasione per la salvezza (e la santità) personale e degli altri.

– Un libro che ci ricorda di quale “impasto” siamo fatti, un libro più di altri davvero “tra cielo e terra”. Cosa l’ha spinta a scriverlo? 
C’è stato un suggerimento dell’editrice stessa. Alla base, un mio interesse: approfondire un tema religioso in modo inconsueto e con un linguaggio che spero accessibile a tutti. Com’è avvenuto con i libri “Natale è”, “Pasqua è” e “Gli animali della Bibbia”, editi sempre da Effatà. Quindi, non ricerche o commenti dotti, ma notizie che invitano il lettore ad approfondire l’evento, in questo caso un tradimento.

– I complimenti vanno anche all’editrice per la bella grafica, che ha favorito la curiosità di leggerlo. I complimenti a lei per aver composto, di “traditore in traditore”, un libro scorrevole e così pieno di spunti, di suggestioni e di possibilità.
Si parte dal testo tratto dalla Bibbia e si procede per fatti, luoghi, personaggi e curiosità, ma si ha la netta sensazione che non si tratti affatto di un banale esercizio di compilazione o solamente di un affondo analitico e storiografico. C’è anima. C’è uno scopo.
Sì. Forse i vari aspetti di ogni tradimento – il fatto, il “movente”, l’epoca, i personaggi, le località e le altre informazioni – potrebbero sembrare una ricerca da Treccani o Wikipedia.
Invece le notizie vogliono incuriosire il lettore, aiutarlo a comprendere meglio il testo, ad immedesimarsi nella realtà dell’epoca e forse, a farsi qualche domanda sul suo vissuto quotidiano.
In vari casi io (e penso anche qualche lettore) mi sono chiesto: se fossi stato in una certa situazione come mi sarei comportato? Forse anch’io avrei agito come uno dei personaggi. E quindi, da un lato evitare giudizi affrettati; dall’altro riflettere sul mio comportamento, qui e ora, riguardo ad esempio alla carriera, al denaro, alla donna o all’uomo di cui mi innamoro, all’ambiente.

– Questo suo libro è un libro che sa rispondere, ma anche interrogare. Sono forti le domande che suscita, e che restano dentro a lettura conclusa. 
La più insistente? Come si ripara la vita?
La più insistente l’ho appena accennata: io che cosa faccio per evitare piccoli o grandi “tradimenti” e per migliorare la realtà in cui vivo? Su come riparare la vita, basta riconoscere l’eventuale errore e dopo, voler ricominciare. Questo vale per tutti, anche per un ergastolano o per chi non ha una fede. Per un cristiano, poi, c’è la certezza che la misericordia di Dio trasforma gli errori in occasione per la salvezza personale e degli altri. Basta pensare all’uomo del Vangelo che è conosciuto come il “buon ladrone”: aveva sbagliato tutto nella vita, non aveva più alcuna speranza umana, inchiodato com’era anche lui su una croce; ma gli è bastato un “Ricòrdati di me” per sentirsi rispondere da Gesù “Oggi sarai con me nel paradiso”.

– Una doppia domanda un po’ a bruciapelo.
A quale tra i “traditori biblici” si sente più legato? Quale tra essi porterebbe ad esempio ai giovani di oggi e perché? 
Prima domanda: Pietro. Era il “primo della classe”, eppure gli è bastata una situazione imprevista e la domanda di una giovane serva per… far cantare un gallo. Nonostante questo, dopo, Gesù gli ha riconfermato il ruolo, e che ruolo! Così, nel mio piccolo, io devo stare attento a non far cantare il mio gallo, ma so che in caso, nonostante i miei errori, Lui mi perdona sempre e mi chiede di essere me stesso.
Seconda domanda: Paolo. Potremmo definirlo l’intellettuale del gruppo dei primi discepoli. Lui, ebreo dotto e più che osservante, tradisce l’ebraismo per farsi cristiano, al punto che gli ebrei cercano di ucciderlo e i primi cristiani all’inizio diffidano di lui. Eppure subito dopo la conversione, non ha dubbi nell’annunciare il Vangelo: capisce, sceglie e fa un’inversione a U della propria vita. Per questo Paolo è un esempio per i giovani e non solo: qualsiasi sia la sbandata eventualmente fatta, una persona ha sempre un’opportunità per cambiare, per crescere, per diventare migliore.

– Termino nuovamente con gratitudine per questo suo lavoro e per la speranza che consegna, ma anche con un’ultima domanda.
Quale libro “tra cielo e terra” le è rimasto nel cuore e consiglierebbe? 
Risposta non facile. I libri da lei segnalati sul sito sono tutti interessanti, aiutano a riflettere ed a migliorare noi e l’ambente in cui viviamo. Tra questi, direi “Camminare nella luce della vita. Breviario biblico” di Ludwig Monti e “Umiltà. Una virtù discreta” di Francesc Torralba Roselló. Perché, proprio come lei ha scritto, l’umiltà – e aggiungerei la scoperta dell’amore di Dio – “può essere un’occasione, un punto di partenza. Ha a che fare con i nostri errori, con le ripartenze, con il perdono. Ha a che fare con il futuro”.

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La scheda del libro: “Traditori biblici. Hanno ingannato parenti, amici, il loro popolo e persino Dio” di Lorenzo Bortolin (Effatà, 2023)

Traditori biblici. Hanno ingannato parenti, amici, il loro popolo e persino Dio - Lorenzo Bortolin - copertinaGiuda Iscariota? Certo. San Pietro? Anche. Il re Davide? Pure lui. E, come loro, Esaù, Dalila, Saul e un’altra cinquantina di personaggi biblici. Uomini e donne che per motivi diversi hanno tradito genitori, fratelli, coniuge, figli, amici, il loro popolo e persino Dio. La Bibbia non racconta soltanto vicende ammirevoli, educative, consolanti: conosce l’«impasto» umano. E se riferisce quei fatti, il motivo è un altro: la misericordia, lo sguardo d’amore di Dio trasforma gli errori in occasione per la salvezza (e la santità) personale e degli altri. A conferma che nella vita si può sempre ricominciare da capo. Ogni giorno. Anzi, ogni pomeriggio. Perché proprio un venerdì pomeriggio, a un uomo che aveva sbagliato tutto, Qualcuno ha detto: «Oggi sarai con me nel paradiso». Importante è ricominciare sempre. Ricominciare è credere all’amore. Infatti, se ricominciamo, dimostriamo di credere nella potenza e grandezza dell’amore di Dio più che nella nostra debolezza. (Chiara Lubich)

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Lorenzo Bortolin è nato nel 1948, è sposato e ha due figli. Si è laureato a Torino con una tesi in Storia della Chiesa. Giornalista, ha lavorato all’Ufficio Stampa Fiat ed è stato redattore dell’house organ illustratofiat e di altri periodici aziendali. Ha collaborato e collabora, spesso con pseudonimo, a varie testate. Diacono permanente dal 1992, è collaboratore dell’Ufficio Stampa della Curia di Torino e svolge anche il servizio pastorale in una parrocchia cittadina.
Ha pubblicato: Un rabarbaro per il reverendo (Piero Gribaudi editore, 1970; tradotto in Spagna), Come organizzare un incontro giovanile (Piero Gribaudi editore, 1973), S. Ignazio di Loyola. Una parrocchia torinese dal Ducato di Savoia al terzo millennio (curato con Enrico Bonasso, 2001), Doni di fede. 60 anni di Fidei donum nella Chiesa di Torino (con mons. Marco Prastaro, Stefano Passaggio e Morena Savian; EMI, 2018).

Con Effatà Editrice ha pubblicato:Il diacono. Chi è. Cosa fa. Come diventarlo (con Michele Bennardo e Benito Cutellè, Effatà Editrice, 2007; nuova edizione 2023; tradotto in Messico); Natale è… (2014); Pasqua è… (2015); Diaconi beati e santi (con Benito Cutellè, Luca Del Negro e Stefano Passaggio, 2017); Gli animali della Bibbia (2018); I Savoia sugli altari (2020).

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Tutte le puntate di “Parole: tra cielo e terra” sono disponibili qui

 

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