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L’ANORESSIA MENTALE: INTERVISTA A GIOVANNI ARIANO

gennaio 11, 2012

L’ANORESSIA MENTALE: Intervista a Giovanni Ariano

Di Adelia Battista

Il corpo muto. Diagnosi e cura dell‘Anoressia mentale                                                      di Giovanni Ariano

Uno sguardo nuovo su un disturbo enigmatico.

Presentazione di Luc Ciompi

 

 

 “Il corpo fa da discrimine tra una ricerca di senso che porta l’uomo oltre se stesso e quanto lo chiude in un autismo mortale”.

Il professore Giovanni Ariano, autorevole esponente nel campo della psicopatologia e psicoterapia,  – Presidente della Società Italiana di Psicoterapia Integrata, (SIPI) di Casoria – non ha dubbi: “ Nel mondo di oggi l’anoressia e la bulimia rivelano attraverso il corpo inteso come sintomo lo smarrimento dell’adolescente, della donna e dell’uomo adulto, che nella loro ricerca di senso sono rimasti prigionieri di un povero autismo”.

In questa intervista, Ariano ci parla del suo ultimo libro, “Il corpo muto. Diagnosi e cura dell’anoressia mentale”(Sipintegrazioni edizioni, euro 20,00), in cuicome scrive lo psichiatra, Luc Ciompi, (ex Direttore medico dell’Università Socio-psichiatrica di Berna), nella presentazione al volume– “Ci offre uno sguardo nuovo su un disturbo enigmatico”.

   Professore possiamo considerare i “Disturbi del Comportamento Alimentare”, come la patologia del nostro tempo?

  “ I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono diventati il simbolo del dolore dell’uomo e della donna occidentale che hanno perso molti dei loro fondamentali punti di riferimento.     I DCA costituiscono la forma attraverso cui gli adolescenti cercano la loro identità, mentre per i genitori incarnano il doloroso terrore della follia ossia di qualcosa di incomprensibile e ingestibile. Nei mass media questi disturbi sono diventati così importanti da soppiantare le altre forme di sofferenza mentale. Certamente essi incarnano la sofferenza della donna e dell’uomo moderno che cercano un senso adeguato alla loro vita nel passaggio  rivoluzionario dei costumi e dei valori ”.

   A quale concorso di cause possiamo attribuire la responsabilità di questi disturbi?

“Si enumerano molte cause: ideale di snellezza e culto dell’apparenza, ritmo robotico della vita, cambiamento del ruolo della donna nella società, ecc. Credo che una tale patologia abbia le sue radici profonde nella tendenza della società moderna a ridurre l’uomo/donna ad una dimensione portando il loro ritmo vitale ad una velocità robotica. Non c’è più spazio e tempo per i vissuti corporei ed emotivi. I ritmi dei lutti, delle paure, degli odi e degli amori sono distrutti costringendo il corpo/carne a diventare un meccanico robot. L’anoressia è la lotta contro un corpo che si rifiuta di rimanere robot; la bulimia, invece, è l’incapacità di integrare in un modo sano i diversi livelli dell’esistenza umana”. 

La famiglia come può prendersi cura dell’insorgere di queste patologie in pazienti molto giovani?

 La consapevolezza che come adulti sappiamo relazionarci poco con gli adolescenti è la condizione indispensabile per accedere alle loro ansie che possono incarnarsi nei disturbi del comportamento alimentare. La forza di non minimizzare i problemi quando ce ne accorgiamo e l’umiltà di chiedere un aiuto all’esperto, quando non sappiamo affrontarli, è la cura migliore. La psicoterapia di famiglia è sufficiente per i casi nevrotici ed è la condizione necessaria per accedere ad una cura più efficiente per i casi gravi”. 

 

Il suo libro: “Il corpo muto. Diagnosi e cura dell’anoressia mentale”, quali punti significativi  affronta?

 Tra i diversi contributi mi piace ricordarne tre più significativi: la distinzione tra anoressia di “tipo esistenziale” e l’anoressia primaria, che può essere considerata la “pazzia” del presente e del prossimo futuro. Il 95% appartiene al tipo esistenziale ed è facile da curare.  L’utilizzo del costrutto di “corpo muto” e di “intelligenza meccanica” come sintomo primario dell’anoressia, che ne rivela la sua gravità e la sua presenza al di là dei luoghi in cui siamo abituati a vederla. La possibilità di alleviare la sofferenza delle persone che convivono con le anoressiche senza sintomi; spesso nelle famiglie con figlia o figlio schizofrenico c’è una madre anoressica non diagnosticata perché senza sintomi secondari”.     

 Se per la diagnosi e la cura è insufficiente curare il sintomo a quale altro modello bisogna fare ricorso?

 Nei disturbi del comportamento alimentare bisogna distinguere quelli di gravità nevrotica in cui si imbattono i giovani nel passaggio dall’adolescenza alla giovinezza. In questo caso basta una relazione pedagogicamente sana. Per questi un lavoro di prevenzione si rivela di massima importanza. I disturbi di gravità psicotica richiedono un modello di intervento che sappia tenere presente i fattori psicologici, sociali e biologici evitando dannose giustapposizioni e cercando un modello per una loro corretta integrazione. Per essere efficaci dobbiamo abituarci a considerare la gravità di tali disturbi e i tempi necessari per curarli”.

 Luc Ciompi, autorevole esponente della psichiatria internazionale, auspica che i suoi libri vengano tradotti quanto prima e conosciuti all’estero.

 Luc Ciompi ama i suoi pazienti e scopre nel MSI (Modello Strutturale Integrato), da me messo a punto, per curare i pazienti “difficili” (psicotici), uno strumento per aiutare chi soffre a riconquistare la propria vita. Non posso che ringraziarlo per il suo riconoscimento e augurarmi con lui che il suo invito si realizzi quanto prima”.

Adelia Battista

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