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PREMIO CAMPIELLO 2013: il racconto della serata finale

settembre 8, 2013

Premio Campiello 2013: vince Ugo Riccarelli con L'amore graffia il mondoPREMIO CAMPIELLO 2013: il racconto della serata finale

di Francesca G. Marone

Per la prima volta trasmesso in diretta su RAI 5, il Premio Campiello si è svolto nella splendida cornice del Gran Teatro La Fenice di Venezia, durante una serata ben condotta da Neri Marcorè e dalla simpatica ed intelligente Geppi Cucciari. Dopo una partenza non troppo brillante, i due conduttori hanno saputo ben destreggiarsi fra consegne di premi ad ospiti illustri e intermezzi ironici che con leggerezza hanno strizzato l’occhio ad un mondo della cultura talvolta un po’ troppo ingessato. Qualche consiglio per chi non è molto avanti con le letture nell’ultimo periodo ed ha difficoltà ad ammetterlo in pubblico: se dovessero chiedervi cosa state leggendo in questo momento e voi non avete nulla sul comodino, rispondete sempre Italo Calvino, fa chic e non impegna, suggerisce Geppi. Se invece doveste trovarvi di fronte all’avvilimento di un tomo di troppe pagine da affrontare, abbandonate asserendo che dopo la pagina 320 è legittima difesa, consiglia Neri Marcorè.
Anche un “l’ho letto tanto tempo fa ed ora non lo ricordo più” potrebbe salvarvi da una mancata lettura imbarazzante. Insomma, non è detto che per amare la letteratura bisogna essere sempre seriosi e non potersi fare una risata su. Un sorriso bello, autentico come quello, peraltro profondamente commosso, della moglie di Ugo Riccarelli, vincitore di questa edizione del premio, con il suo bellissimo romanzo “L’amore graffia il mondo” . La signora ha ritirato il premio destinato allo scrittore scomparso prematuramente nel luglio scorso, dicendo che Ugo l’aveva fatta innamorare facendola ridere e portandole il caffè a letto. E a noi piace pensare che lui stia sorridendo pensando alla gioia di questo premio meritatissimo.
Qui di seguito il prospetto delle ultime votazioni che riguardano gli scrittori finalisti in ordine decrescente, cinque ottimi autori, tutti da leggere:
5. Valerio Magrelli Geologia di un padre (Einaudi) 21 voti
4.Beatrice Masini Tentativi di botanica degli affetti (Bompiani) 36 voti
3. Giovanni Cocco La caduta ( Nutrimenti) 47 voti
2.Fabio Stassi L’ultimo ballo di Charlot ( Sellerio) 83 voti
1.Ugo Riccarelli L’amore graffia il mondo ( Mondadori) 102 voti vincitore.
Altri momenti intensi della serata sono stati la premiazione al giovanissimo Alberto Alarico Vignati, 22 anni di Corsico (MI), con il racconto “Girasole impazzito di luce”. Gli è stato consegnato il premio Campiello giovani per gli autori con età compresa fra i 15 e i 22.
La Giuria dei Letterati lo ha premiato indicando la seguente motivazione:
Nel racconto di Alberto Alarico Vignati, “Girasole impazzito di luce”, paiono indovinati il fondale della vicenda (lo spoglio entroterra milanese) e la caratterizzazione psicologica dei due protagonisti: uno studente universitario, che campa dando ripetizioni, e il suo allievo che non va a scuola e sosterrà gli esami da privatista. Emarginati, l’uno e l’altro, fragili e certo inadeguati a far fronte alla situazione quando vi irrompe la malavita. Il tema così forte rischia di sbilanciare la compattezza della trama senza tuttavia cancellarne la qualità della scrittura e la felicità dio alcuni episodi (come il ritorno dello studente nella sua vecchia scuola, deserta in un piovoso pomeriggio).
Premiata anche un’altra giovane con il Campiello Giovani – Europa, l’autrice Ambra Giacometti di Locarno (Svizzera, Canton Ticino) per il racconto Scacco Matto.
A Matteo Cellini, invece, è andato il prestigioso Campiello Opera Prima, per il suo romanzo Cate, Io ( Fazi Editore), una storia incentrata sulla sofferta fase adolescenziale della giovanissima protagonista.
Potete leggere la motivazione dei giurati qui: Opera di forte maturità e di elegante felicità stilistica, “Cate, Io” di Matteo Cellini (Fazi editore) racconta con leggerezza la condizione sofferente propria di chi, diciottenne e smisuratamente obesa, si trova a fare i conti non solo con se stessa e il proprio fisico, ma anche con una famiglia di autentici “eroi della dismisura”. Il racconto si sviluppa nel segno d’una tenera, amabile, sorridente autoironia proprio grazie allo spirito combattivo di Cate, tanto da farne quasi uno “stile di sopravvivenza”.
Il premio alla carriera viene consegnato ad un Alberto Arbasino in ottima forma, divertente e pronto a cogliere le battute che Geppi Cucciari gli porge. Il premio che negli anni precedenti fu dato a Dacia Maraini e Andrea Camilleri, rappresenta un importante riconoscimento al lavoro intellettuale di una figura di valore del mondo della cultura italiana, figura che la personalità di Arbasino contempla certamente. Arbasino ringrazia facendo un augurio a tutto il mondo della cultura: Spero in un futuro in cui si potrà parlare di argomenti culturali senza strumentalizzazioni e senza secondi fini. E noi tutti lo speriamo con lui.
La consegna da parte del presidente Zuccato del premio alla signora Roberta, moglie di Ugo Riccarelli, chiude la bella serata con il pubblico in piedi, le foto di rito e i complimenti a tutti gli scrittori presenti.
Ci piace prendere in prestito le parole della signora Roberta: siamo contenti per lui e per tutte le donne che la sua Signorina del romanzo rappresenta. Buona lettura a tutti!

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