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150 dell’AIE: Associazione Italiana Editori

settembre 11, 2019

In occasione della celebrazione dei 150 dell’AIE (Associazione Italiana Editori) pubblichiamo un estratto degli interventi di Ricardo Franco Levi, Gian Arturo Ferrari, Elena Cattaneo e Alessandro Baricco effettuati oggi, mercoledì 11 settembre 2019, all’Auditorium Parco della Musica, Roma.

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L’intervento integrale (testo e video) del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è disponibile qui

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150 anni AIE, Levi: “Non abbiamo futuro se non mettiamo al centro l’istruzione, la conoscenza e la scuola”

https://150anni.aie.it/wp-content/uploads/2019/09/03_Ricardo-Franco-Levi.jpg“Non abbiamo futuro se non mettiamo l’istruzione, la conoscenza, il sapere al centro dell’agenda politica nazionale. Dunque: scuola, scuola, scuola. Dalle scuole materne all’università, dagli istituti di ricerca all’educazione ricorrente degli adulti”. Con queste parole il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi ha sottolineato l’assoluta priorità dell’associazione, aprendo a Roma i festeggiamenti per i 150 anni, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Un’urgenza confermata dai dati italiani nel libro bianco Sfida al futuro e dalla ricerca commissionata a un pool di ricercatori dell’Università di Bologna e del Piemonte orientale, “che – ha spiegato – conferma una volta di più il valore, anche economico, della lettura”.

“Noi editori – ha proseguito – abbiamo il privilegio e la responsabilità di essere portatori di un interesse particolare che corrisponde all’interesse generale del paese. Non ci sarà ampliamento del mercato del libro se non ci sarà un innalzamento dei livelli di istruzione, di cultura e, infine, di lettura degli italiani (…). Siamo, e di gran lunga, la prima industria culturale del paese – ha proseguito –. La prima, e di molto, per il volume di ricchezza che essa produce. La prima perché è largamente nei libri, i nostri libri, che si formano e crescono la conoscenza e il sapere, che si ritrovano le storie, le fantasie, i soggetti, le curiosità delle quali si nutrono poi le arti, la musica, il teatro, la televisione, il cinema”. Le stime sull’andamento del mercato del libro nel primo semestre 2019 mostrano, relativamente alle vendite di soli libri di varia adulti e ragazzi nei canali trade (librerie, librerie online e grande distribuzione, compresa la stima AIE di Amazon), una crescita del fatturato del +3,8% (530milioni di euro) e una crescita più contenuta in termini di copie +2,9% (39,7 milioni di copie vendute). “È con orgoglio che rivendichiamo il nostro essere industria, impresa – ha quindi proseguito Levi –. Attenti ai conti, sappiamo che nell’equilibrio delle nostre aziende sta la prima garanzia della nostra indipendenza. Abbiamo dimostrato di saper reggere, anche negli anni più difficili della crisi, meglio della più gran parte dei comparti industriali e senza ricevere alcun aiuto pubblico diretto, al contrario di quanto avviene per tutti gli altri settori della cultura”. “Noi non chiediamo aiuti speciali per noi. Ciò che chiediamo è una politica di effettiva promozione della lettura, autentico ed insostituibile bene comune. Una politica che deve, non può non comprendere agevolazioni e incentivi alle famiglie e ai singoli cittadini per l’acquisto dei libri. E poi, e soprattutto, voglio ripeterlo, scuola, scuola, e ancora scuola”. L’intervento si è chiuso con un saluto a Mattarella: “Signor Presidente della Repubblica, intervenendo, nel maggio del 2015, all’inaugurazione del Salone internazionale del libro di Torino lei disse che “leggere ha a che fare con la libertà. E con la speranza”. Per quella libertà, per quella speranza noi editori siamo impegnati. Lo siamo stati nei nostri primi 150 anni. Lo saremo anche per i prossimi 150. L’Italia ci può contare”.

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150 anni AIE, Ferrari: “La difesa della libertà d’espressione la maggior gloria dell’editoria italiana nel dopoguerra”

https://150anni.aie.it/wp-content/uploads/2019/09/05_Gian-Arturo-Ferrari.jpg“Il maggior merito, vorremmo dire la maggior gloria, dell’editoria italiana nel dopoguerra è stato la difesa della libertà di espressione”. Così ha voluto sottolineare Gian Arturo Ferrari nel suo intervento all’evento di celebrazione oggi a Roma dei 150 anni dell’Associazione Italiana Editori (AIE), alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

“Una difesa – ha continuato Ferrari –non a parole, ma nei fatti. L’episodio di maggior rilievo è stato senza dubbio la pubblicazione nel 1957 del Dottor Zivago di Boris Pasternak, che diede alla nostra editoria un rilievo mondiale. Il capolavoro, ferocemente avversato dall’autorità politica del suo Paese, poté vedere la luce prima in Italia e poi nel resto del mondo solo grazie all’impegno e al coraggio di un editore italiano, Giangiacomo Feltrinelli. Nel 1989 fu ancora un editore italiano, Mondadori, l’unico al mondo a pubblicare I versi satanici di Salman Rushdie dopo la condanna a morte promulgata dall’ayatollah Khomeini. Gli editori italiani il loro esame di maturità l’hanno passato”.

Nel suo intervento in cui si ripercorrono i primi 150 anni dell’AIE, Gian Arturo Ferrari ha ricordato che “molti esaltano il miracolo italiano del secondo dopoguerra, ma pochi ricordano lo sforzo immane dell’Italia postunitaria per uscire da una spaventosa arretratezza, per entrare nella modernità. Per restare ai libri, mancavano al nostro Paese tutti gli ingredienti fondamentali che avevano cambiato il volto dell’editoria in Francia, Gran Bretagna e Germania”. E, tuttavia, “tutto questo non spaventò gli 86 fondatori della Associazione libraria italiana. Giuseppe Pomba, Casimiro Bocca, Gaspero Barbèra, Felice Le Monnier, Edoardo Sonzogno, Nicola Zanichelli, Emilio Treves e tutti gli altri erano gente decisa, ostinata nella difesa dei propri interessi, ma che sapeva anche guardare lontano. Per questo appena se ne presentò l’occasione aderirono alle organizzazioni internazionali, prima mondiale e poi europea degli editori. Sempre per questo nel 1910 si posero tra i fondatori di Confindustria. Ribadivano che quella dei libri era un’industria e che l’industria editoriale italiana si ispirava ai modelli internazionali”.“L’evoluzione dell’editoria libraria prevede che nella figura dell’editore – ha proseguito Ferrari – si vengano progressivamente scindendo le funzioni proprietarie e imprenditoriali da quelle specificamente editoriali, di scelta e pubblicazione dei libri”.

Tre, secondo Ferrari, le “figure che hanno lasciato una traccia indelebile. La prima è stata quella, oggi ignota ai più, di Luigi Rusca (…). Rusca fu l’architetto della Mondadori, le diede una struttura poi riprodotta in quasi tutte le case editrici italiane. Separò la produzione italiana, che lasciò ad Arnoldo, da quella straniera di cui si occupò invece personalmente. (…). Se senza Rusca non ci sarebbe stata Mondadori, senza Pavese non ci sarebbe stata Einaudi. Cesare Pavese non fu l’architetto, ma il muratore dell’Einaudi, la tirò letteralmente su, mattone dopo mattone, libro dopo libro, occupandosi di tutto, leggendo tutto, provvedendo a tutto. (…)”. Terza figura centrale in questo primo secolo e mezzo dell’editoria italiana, secondo Ferrari, Mario Spagnol, che “ha avuto il coraggio, nell’atmosfera compunta e plumbea degli anni Settanta, di difendere tutto quello che era considerato indifendibile: il mercato, i bestseller, il successo, l’editoria di massa (…). Proprio lui si deve “l’essere stato l’inventore del paperback in Italia”.

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150 anni AIE, Cattaneo: “La ricerca non si può bloccare: non si arresta ai confini nazionali e trova sempre una via per andare avanti”

https://150anni.aie.it/wp-content/uploads/2019/09/07_Cattaneo.jpgÈ “l’avventura della conoscenza” il tema dell’intervento della Senatrice a vita e docente alla Statale di Milano Elena Cattaneo in occasione dell’evento organizzato oggi a Roma per i 150 anni dell’Associazione Italiana Editori (AIE) alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella: “In ogni scoperta si nascondono racconti straordinari: passione, dubbi, coraggio, quello che serve per osare entrare in strade mai tracciate prima – ha spiegato-. Sapendo di poter fallire. Ma, anche in quel caso, si tornerà sempre a ricominciare. Perché la storia dell’uomo è una continua, inarrestabile esplorazione, nel tentativo costante di spostare sempre un po’ più in là la frontiera della conoscenza. Per sfidare questo confine l’umanità si è passata il testimone della conoscenza con la scrittura. Ogni pensiero raccolto in tavolette, papiri, pergamene, libri e – oggi – anche bit è una tessera di un mosaico unico e irripetibile, un chicco di una spiga che alimenta quei “granai dello spirito”, le biblioteche, da alimentare nel pubblico e nel privato specie in tempi in cui da più parti si tende a svilire la meraviglia della conoscenza”.

In una giornata dedicata ai temi della conoscenza e della lettura, la Senatrice Cattaneo ha spiegato: “Avventura e metodo, passione e rigore: bilanciare questi apparenti opposti, come in una reazione chimica ben riuscita, è una delle peculiarità più significative, a mio avviso, della ricerca scientifica”. “Benché il nostro cervello – ha continuato –, ancora per molti versi uguale a quello che avevamo quando vivevamo nelle caverne, sia spesso portato a diffidare delle novità, la curiosità e la spinta verso la conoscenza sono istinti insopprimibili, connaturati a noi esseri umani. La ricerca non si può bloccare: non si arresta ai confini nazionali e trova sempre una via per andare avanti, nonostante le mille difficoltà che si possono presentare sul suo percorso”. Il metodo scientifico, ha concluso Cattaneo, è “la nostra bussola. È lo strumento migliore, ad oggi, che l’uomo abbia inventato per imparare a conciliare al meglio la sua parte istintiva e la sua parte razionale, l’apollineo e il dionisiaco, la scoperta e il consolidamento, la potenza creatrice che dà inizio a ogni cosa nuova e il rigore nel definirla. Finché quello che ieri sembrava impossibile diventa parte del nostro quotidiano”.

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150 anni AIE, Baricco: “I prossimo 150 anni passeranno in 30”

https://150anni.aie.it/wp-content/uploads/2019/09/08_Baricco.jpg“I prossimi 150 anni ce ne metteranno 30 a passare”. Così lo scrittore Alessandro Baricco, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Associazione Italiana Editori (AIE), ha voluto sottolineare che la velocità sarà uno degli elementi caratterizzanti del prossimo secolo e mezzo per gli editori. Per questo motivo, ha spiegato, sarà necessario confrontarsi con i ventenni di oggi che, ha spiegato Baricco, fondatore della scuola Holden, “io conosco bene: possono mancare di visione, di coraggio, ma hanno questo senso della velocità, che è indispensabile”.

“Tra trent’anni gli editori non si limiteranno a pubblicare libri – ha spiegato Baricco – ma faranno cinema, tv, scuola, saranno in tutti gli spazi dove si coltivano sogni”. “Fare gli editori – ha poi continuato – significa allestire mondi dove le persone vorranno vivere”. Nel suo discorso tutto incentrato su pochi consigli che lo scrittore ha voluto dare agli editori, c’è anche l’invito a non considerare “la rivoluzione digitale vostro nemico”. “Non abbiate paura dell’ascesa delle tecnologie nella nostra vita. I vostri cataloghi sono pieni di storie che ci rassicurano sul nostro essere umani”, storie alle quali “le persone vorranno attingere per dissetarsi sempre di più. Gli editori sono quelli che costruiscono i rubinetti per dissetarsi”.

Baricco ha inoltre spiegato: “Non fatevi ipnotizzare dai dati, a partire da quelli sulla non lettura, questi numeri dicono soprattutto della nostra incapacità di mettere in mano a persone che vorrebbero leggere, ma non lo fanno, un libro”. Serve più scuola ed educazione, ha confermato Baricco richiamando le parole del presidente di AIE Ricardo Franco Levi, ma, ha aggiunto lo scrittore, “Non sopravvalutate quello che la politica può fare per noi che lavoriamo. La politica è importante, ma spesso cambiamo il mondo a dispetto della politica”.

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(Fonte: Aie)

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