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ANTONELLA LATTANZI ci racconta PRIMA CHE TU MI TRADISCA

marzo 8, 2014

antonella lattanziANTONELLA LATTANZI ci racconta il suo nuovo romanzo PRIMA CHE TU MI TRADISCA (edito da Einaudi – Stile libero Big). Ieri abbiamo pubblicato le prime pagine del libro

di Antonella Lattanzi

Prima che tu mi tradisca nasce nella primavera del 2010 ma in realtà, come tutte le storie importanti per chi le racconta, nasce insieme a me. È successo anche col mio primo romanzo, Devozione: ci ho lavorato full time per cinque anni ma in realtà ci lavoravo da sempre; così per Prima che tu mi tradisca: c’era qualcosa – la storia?, i personaggi?, l’ambientazione?, non so dirlo con precisione – che da che mi ricordo mi pungolava, ricorreva nelle mie idee, nei racconti che mi formulavo in mente. Il casus belli è stato un racconto di mio padre: un giorno che ero in Puglia mi parlò del Disastro di Bari – episodio di guerra chimica del dicembre ’43 – e io ne rimasi ossessionata. Com’era possibile che nessuno, nemmeno i baresi, sapessero di questa storia? Mio padre stesso, nato a Bari nel ’43 e vissuto sempre lì, ne era venuto a conoscenza solo pochi mesi prima. Fu grazie a quell’episodio – che racconto nel primo capitolo del romanzo – che tutte le storie, i personaggi, la Storia, i luoghi che avevo in mente da tempo confluirono, corsero tutti dentro un unico romanzo. Poi però ci sono voluti quattro anni per arrivare al libro finito.
Prima che tu mi tradiscaIl libro finito, Prima che tu mi tradisca, deve il suo titolo a Paolo Repetti, direttore editoriale, insieme a Severino Cesari, di Einaudi Stile Libero. Alla loro genialità io come scrittrice e persona e Prima che tu mi tradisca dobbiamo moltissimo. Ho portato a Severino un libro ancora troppo lungo, magmatico, pieno di cose fino a diventarne traboccante. Lui ci ha intravisto il tessuto, la trama, l’ordito molto prima di me: il lavoro di editing con lui è stata una delle esperienze più importanti della mia vita, che spero di poter ripetere. Poi c’è stato un secondo editing, prima con Severino e Luca Briasco, americanista ed editor Einaudi Stile Libero, poi anche con Francesco Colombo, editor Stile Libero anche lui. Come dico sempre, ho sentito che stavamo lavorando tutti a un unico fine: perché questo romanzo fosse al suo meglio, perché il lettore ricevesse tra le sue mani il miglior testo che Prima che tu mi tradisca avrebbe mai potuto essere. È bello lavorare in questo modo. Ti riempie così tanto da gettare una luce bellissima su tutto il resto della tua vita.
Quando Prima che tu mi tradisca è uscito avevo, come sempre, paura. Una paura totale. Poi pian piano sono cominciati ad arrivare i primi commenti, i primi giudizi, e allora sono stata felice. Dalla paura, però, non si guarisce mai. Credo che scrittori non si diventi mai, che scrittore è un’espressione che ti devi guadagnare a ogni nuova parola, che ogni nuova parola mette in dubbio, mette in gioco, tutto il tuo essere o non essere scrittore. E non per una questione di sacralità: ma perché la scrittura – come tutte le altre attività artistiche – non è mai data una volta per tutte, non è mai guadagnata per sempre.
Prima che tu mi tradisca racconta la storia di due sorelle, Michela e Angela. La minore, Michela, è completamente innamorata di sua sorella maggiore, Angela, che però odia anche, perché è la più bella, più intelligente, più sensuale – o almeno così la vede lei. Proprio il giorno in cui Michela sta per prendersi finalmente la scena, sta per attraversare il confine che da bambina la farà donna, cioè il giorno in cui sta andando a fare l’amore per la prima volta col suo primo fidanzato, Angela scompare nel nulla. Che fine ha fatto? Perché è scomparsa? Io credo che ogni romanzo sia allo stesso tempo un giallo (anche quando nessuno muore, la domanda principe è: chi ha ucciso chi?) e una storia d’amore: il giallo di Prima che tu mi tradisca ha a che fare con la sorte di Angela, il motivo della sua scomparsa e un segreto che risale a decenni addietro; le storie d’amore dentro questo romanzo sono tantissime, tra Angela e Michela prima di tutto, ma anche tra loro e i loro uomini, loro e loro i genitori, loro e la loro progenie, loro e i loro luoghi. Il tradimento è l’altra faccia dell’amore – come diceva Andrea Pazienza, “Amore è tutto ciò che si può ancora tradire” – soprattutto quando è un amore venato di ossessione, costruito su lati ambigui o oscuri. Così è l’amore di questo romanzo: travolgente, tumultuoso, gigante, ma anche malato per l’incapacità dei personaggi di gestirlo, di viverlo serenamente. Tutto ciò è calato dentro la Storia reale, semplicemente perché credo che, per raccontare la realtà, abbiamo bisogno delle storie, della Storia, della realtà e di tutto ciò che di irreale, inconscio, subconscio, spirituale, magico costituisce la trama del reale: ogni giorno ce ne nutriamo senza bisogno di pensarci o rendercene conto, ma quando ci mettiamo a scrivere è secondo me importante farci i conti, tentare di raccontarlo.

(Riproduzione riservata)

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Antonella Lattanzi è nata a Bari nel ’79 e vive a Roma. Ha pubblicato il romanzo Devozione (Einaudi Stile Libero, 2010), racconti su antologie tra cui A casa nostra (Wagenbach, 2011) e riviste tra cui «Granta». Collabora con riviste e testate nazionali, ha scritto o scrive per «la Repubblica», «La lettura» del «Corriere della sera», «Rolling Stone», «Orwell» (supplemento culturale del quotidiano «Pubblico») «il Venerdì», il «Fatto quotidiano», «il manifesto», «Donna moderna», «Satisfiction», Bookdetector.it. Insegna presso la Holden di Torino. Suoi scritti sono tradotti in tedesco e svedese. Sta lavorando a una sceneggiatura per il cinema. Prima che tu mi tradisca, pubblicato da Einaudi Stile Libero, è il suo nuovo romanzo.

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