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TEATRO SULL’ACQUA con Dacia Maraini

agosto 26, 2014

IL TEATRO SULL’ACQUA

Incontri internazionali di teatro e parola del Lago Maggiore

10-14 settembre, Arona/Ascona

 

“Ci sentiamo orgogliosi di proporre un festival internazionale di teatro e parola che formi il pubblico ad una grande arte legata al saper parlare, al saper analizzare la realtà, al saper approfondire la memoria, al saper discutere sui grandi temi del sociale.”

Dacia Maraini, direttore artistico.

Bakunin, Corrado Augias, Marx, Maurizio Donadoni, Nacaev, Tiziana Arnaboldi, Gian Antonio Stella, Edoardo Siravo, Walter Veltroni, Lidia Ravera, Silvia Avallone, Paolo di Paolo, sono solo alcuni dei protagonisti della quarta edizione del festival italo-svizzero IL TEATRO SULL’ACQUAIncontri internazionali di teatro e parola del Lago Maggiore – che si terrà ad Arona e Ascona, nel Canton Ticino, dal 10 al 14 settembre.

IL TEATRO SULL’ACQUA è un progetto unico e ambizioso, che ha l’obiettivo di trasformare il lago in un gigantesco palcoscenico per produzioni teatrali e spettacoli ideati per essere messi in scena esclusivamente sull’acqua, in un contesto paesaggistico straordinario, all’ombra della rocca di Arona e del Colosso di San Carlo Borromeo.

Dopo la prova generale “aperta” del 10 settembre, l’11, alle ore 21.00, specchio lacustre, si terrà la prima nazionale di “BAKUNIN, IL LEONE E IL COCCODRILLO Il fine giustifica i mezzi?” scritto da Dacia Maraini, regia di Hervè Ducroux.

Tra gli interpreti, Maurizio Donadoni (Bakunin), Edoardo Siravo (Marx), Karina Arutyunyan (Antonia, moglie di Bakunin). Uno spettacolo con una scenografia “liquida”, in continuo movimento, legata al ritmo delle onde del lago, e con repliche ogni volta diverse e uniche, il 12 e 13 settembre. Lo spettacolo è co-prodotto con la compagnia teatrale “Amici per un sogno”, di Gravellona Toce, e il teatro San Materno di Ascona.

“L’acqua, per Bakunin, e per molti rivoluzionari del suo tempo, era prima di tutto una strada liquida per muoversi da un paese all’altro, ma era anche, in senso simbolico, la profonda materia organica che avrebbe dovuto unire i popoli più diversi nella generosa ricerca di un mondo più giusto e più solidale verso i deboli e gli esclusi”.  Dacia Maraini.

Il 14 settembre, sempre ad Arona, la danza diventa protagonista con un’altra prima nazionale, LINEA, lo spettacolo di teatro-danza prodotto da Tiziana Arnaboldi, coreografa del Teatro San Materno di Ascona, partner del Festival.

Oltre al teatro, nelle sue forme più diverse come il Teatro alla Carta, il Teatro in Vetrina, di Strada e il Teatro per i Bambini e Ragazzi, il programma del Festival prevede un calendario ricco di incontri,  in piazza San Graziano, ad Arona.

Si comincia con Silvia Avallone, mercoledì 10 settembre, alle 18.00, e a seguire alle 21.00 Gian Antonio Stella; giovedì 11, alle 18.30, Dacia Maraini incontra Lidia Ravera; venerdì 12, sempre alle 18.30 Mario Calabresi dialoga con Walter Veltroni; sabato 13, alla Rocca di Arona, alle 11.00, Dacia Maraini dialoga con Corrado Augias, e alle 18,00, in piazza San Graziano, incontro con lo scrittore Paolo di Paolo.

Domenica 14 settembre alle 12.00, all’antica Rocca Borromea di Arona, presentazione del libro Tell Your Story, Nava Design, che raccoglie i 10 racconti dei 10 vincitori che hanno partecipato al concorso omonimo. Con Dacia Maraini. Letture a cura di Chiara Riondino.

Il Teatro sull’Acqua e i giovani: i PR della cultura.

E’ uno degli elementi di maggiore orgoglio per il comitato organizzativo. I giovani volontari vengono formati sia dal punto di vista storico e artistico, sia sotto il profilo tecnico: giornalismo, fotografia, video, nuovi meda, per diventare promotori del territorio attraverso informazioni al pubblico, comunicati stampa, documentazione fotografica e video.

Programma completo su www.teatrosullacqua.it

 

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Arona, Teatro sull’Acqua. Piazza del Popolo,

Giovedì 11 settembre 2014, prima nazionale dello spettacolo/evento teatrale

 

BAKUNIN – IL LEONE E IL COCCODRILLO

Il fine giustifica I mezzi?

 

Produzione F2R (ITA), Teatro San Materno di Ascona (CH)

Drammaturgia Dacia Maraini, Regia Hervè Ducroux

Con Maurizio Donadoni, Edoardo Siravo, Massimo Nicolini, Karina Arutyunyan, Tiziana Bergamaschi.

 

Musiche – Giacomo Zumpano

Disegno luci – Yurai Saleri

Scenografia – Erika Tagliati,

Costumi – Mariella Tomasato

Maschere – Francesco Leopaldi

Organizzatrice di produzione  – Renata Mariotti

 

 

Interpreti principali

 

Maurizio Donadoni – Bakunin

Edoardo Siravo – Marx

Massimo Nicolini – Nacaev

Karina Arutyunyan – Antonia

Tiziana Bergamaschi – nonna

 

“Bakunin lo si conosce poco. Un anarchico russo che ha girato il mondo, ma ha amato sopratutto la Svizzera per la sua liberalità in tempi di intolleranze e brutalità verso gli stranieri. Questo forse qualcuno lo sa. Ma poco è conosciuto del suo rapporto di amicizia con il fanatico Nacaev che voleva spingerlo a considerare il delitto come parte dell’azione politica rivoluzionaria. Poco si sa del suo amore per la moglie, Antonia, che l’ha seguito sempre amorevolmente e gli ha dato dei figli in condizioni disperate. Poco si sa dei suoi incontri con Marx che diffidava di lui e l’ha fatto cacciare dall’ Internazionale, e con Mazzini che lo stimava e gli era affezionato; perfino con Garibaldi,  che si considerava molto vicino alle sue idee: avevano in comune la sobrietà, la onestà intellettuale e una candida e infantile  ingenuità .

Per esaltare questo candore ho pensato di fare guardare e commentare questo angolo del difficile processo di creazione dell’Europa, attraverso gli occhi di un bambino e dalla sua nonna, che lo racconterà  in modo semplice e stilizzato.

L’acqua, per Bakunin, e per molti rivoluzionari del suo tempo, era prima di tutto una strada liquida per muoversi da un paese all’altro, ma era anche, in senso simbolico, la profonda materia organica che avrebbe dovuto unire i popoli più diversi nella generosa ricerca di un mondo più giusto e più solidale verso i deboli e gli esclusi”.

Dacia Maraini

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Note di regia
“La forza dei luoghi, la potenza evocatrice del lago ci rilascia, sullo scendere della notte, memorie profonde. E basta il correre gioioso delle gambe secche di un bambino che ama il suono delle armi, per fare riemergere dal lago dei Giganti dell’ottocento, Bakunin, Marx, Nacaev, grandi costruttori di mondi nuovi, Uomini coraggiosi con impegni universali per l’Umanità ma che hanno dovuto sperimentare l’equilibro precario dell’esilio, della solitudine e del duro vivere nell’intimità. Proprio in questi luoghi.
Ed è questa frizione che si racconta ad Arona.
Non ha la pretesa di un saggio sull’anarchia. Viene visto dagli occhi curiosi e giocosi di un bambino e della sua nonna che lo educa sul tema della guerra (compito abitualmente riservato agli uomini) e questo ne dà una visione immaginifica, quasi favolistica. Ci fa vedere il grande rivoluzionario dal punto di vista di chi lo ama, di sua moglie Antonia, innamorata e stremata.
Ed è questa immensa massa d’acqua che ci parla di questa struggente frizione, della possibilità dell’elemento liquido di fluire verso tutto e di creare nei suoi meandri delle isole. Quella dove ci siamo soffermati è l’isola del sentimento umano che stride miserevolmente con il fanatismo ideologico ed è questa la bella lettura del Bakunin di Dacia Maraini, un Bakunin che mette l’uomo al centro, che guarda al sentimento dell’uomo perché gli ideali, pure alti che siano, senza un forte sentire dell’Uomo, possono generare, dice Bakunin, delle macchine spaventose. E noi ci siamo lasciati portare dalle belle onde di questo sentimento”.
Hervé Ducroux

 

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