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FANTASMAGORIANA, a cura di Fabio Camilletti (un estratto)

ottobre 28, 2015

Pubblichiamo un estratto del volume FANTASMAGORIANA, a cura di Fabio Camilletti (Nova Delphi Libri, 2015)

Racconti di Apel, Clauren, Eyriès, Musäus, Schulze, Utterson (a cura di Fabio Camilletti) – L’antologia con il racconto originale “La sposa cadavere” per la prima volta edito in Italia

Estratto da Ritratti di famiglia di Johann August Apel

Il crepuscolo aveva impercettibilmente lasciato il posto alla notte, e la carrozza di Ferdinand proseguiva la sua lenta corsa nella foresta: borbottando, il postiglione continuava a lamentarsi del cattivo stato delle strade, e Ferdinand impiegava il tempo libero che il lento avanzare della carrozza gli regalava abbandonandosi alle riflessioni e agli stati d’animo che i motivi del suo viaggio risvegliavano in lui. Com’era normale per i giovani del suo rango, aveva frequentato diverse università: e, dopo aver viaggiato per i principali paesi d’Europa, tornava ora alla sua terra natale per prendere possesso delle proprietà del padre, morto in sua assenza.
Ferdinand era figlio unico, e l’ultimo rampollo dell’antica famiglia dei Panner:2 per questa ragione, sua madre insisteva con energia perché facesse un matrimonio illustre, al quale sia la nascita che il patrimonio gli davano diritto. Quando gliene parlava, gli ripeteva che Klotilde von Hainthal era quella che sarebbe stata più lieta di avere per nuora e per dare alla luce l’erede del nome e dei possedimenti dei Panner. Dapprincipio non l’aveva nominata se non in mezzo a tanti altri illustri partiti richiamati all’attenzione del figlio: dopo poco tempo, tuttavia, non parlava che di lei, e alla fine aveva dichiarato, in modo abbastanza fermo, che tutta la sua felicità dipendeva dal compiersi di quell’unione, e che sperava che il figlio avrebbe approvato la sua scelta.
Ferdinand, però, non pensava a questa unione che con fastidio, e le rimostranze continue che la madre continuava a fargli non contribuivano affatto a rendere Klotilde – che gli era completamente sconosciuta – più amabile ai suoi occhi: s’era deciso infine a compiere un viaggio nella capitale, dove il signor Hainthal e sua figlia erano convenuti per il carnevale. Voleva almeno conoscerla prima di acconsentire alle preghiere di sua madre: e, segretamente, si compiaceva al pensiero di trovare, per opporsi al fidanzamento, motivi più concreti del mero capriccio – che era poi il nome che la madre dava alla sua ripugnanza.
Mentre, all’approssimarsi della notte, attraversava la foresta silenziosa nella solitudine della carrozza, la sua immaginazione gli riportò alla mente i suoi anni giovanili, un tempo felice che ricordi lieti rendevano ancora bello. Gli sembrava che il futuro non gli offrisse niente da poter eguagliare il fascino del tempo passato, e più grande era il piacere che provava nel ricordare ciò che non esisteva più e meno si sentiva incline a pensare a quella vita futura, a cui – a dispetto delle sue inclinazioni – pareva destinato. Così, nonostante la lentezza con cui la carrozza avanzava sul terreno dissestato, gli pareva di avvicinarsi fin troppo velocemente alla conclusione del suo viaggio.
Alla fine il postiglione cominciò a darsi pace: avevano più o meno percorso metà del cammino, e il resto l’avrebbero fatto su strade in buono stato. Ferdinand, tuttavia, diede ordine al conducente di fermarsi al villaggio successivo, deciso a passarvi la notte.
Dei giardini costeggiavano la strada che nel villaggio conduceva alla locanda. Il suono di vari strumenti musicali portò Ferdinand a supporre che gli abitanti stessero celebrando una festa. Aveva già pregustato il pensiero di unirsi a loro, e sperava che quello svago avrebbe dissipato i suoi pensieri melanconici. Ascoltando con più attenzione, però, si rese conto che la musica non assomigliava affatto a quella che normalmente si può ascoltare nelle locande: e la gran luce che scorse alla finestra di una bella casa, dalla quale provenivano i suoni che avevano attirato la sua attenzione, non gli lasciarono dubbi sul fatto che una compagnia più raffinata di quella che di norma, nella brutta stagione, risiede nei villaggi si stesse divertendo a fare della musica.
La carrozza si era fermata davanti alla porta di una piccola locanda dall’aria dimessa. Ferdinand, che aveva messo in conto parecchi fastidi e poche comodità, chiese chi fosse il signore del villaggio. Gli dissero che risiedeva in un castello situato in un borgo vicino: il nostro viaggiatore fu dunque costretto ad accontentarsi del migliore alloggio che il proprietario poteva offrirgli. Per svagarsi decise di fare una passeggiata nel villaggio, e diresse i suoi passi verso il luogo da cui aveva udito la musica: i suoni armoniosi non tardarono a condurvelo, si avvicinò con passo leggero e si trovò presso alla casa dove il concerto aveva luogo. Accanto alla porta, una ragazzina giocava con un cagnolino, che prese ad abbaiare. Ferdinand, distratto dal suo sogno a occhi aperti da quell’accompagnamento inusitato, pregò la ragazzina di dirgli chi vivesse in quella casa. “Mio padre”, gli rispose con un sorriso. “Entrate pure, signore”. E, così dicendo, salì le scale di corsa.

(Riproduzione riservata)

© Nova Delphi Libri

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“Trascorsi l’estate del 1816 nei dintorni di Ginevra. La stagione fu fredda e piovosa e alla sera ci si riuniva attorno al fuoco scoppiettante e talvolta ci divertivamo a leggere storie tedesche di fantasmi… Questi racconti risvegliarono in noi un giocoso desiderio di imitazione.”

Così Mary Shelley ricorda l’impatto fulminante che lei e il piccolo gruppo di letterati riuniti a villa Diodati (Lord Byron, Percey B. Shelley, John Polidori e Claire Clairmont) ebbero con Fantasmagoriana, volume di immensa suggestione che raccoglieva otto storie del soprannaturale uscite in Germania a partire dalla fine del Settecento.
Pubblicato anonimamente a Parigi solo nel 1812 dal geografo Benoît Eyriès il libro si ispirava direttamente agli spettacoli di “fantasmagorie” che, attraverso la combinazione illusionistica di immagini, luci e suoni, evocavano spettri ed eccitavano i sensi con una verosimiglianza che verrà superata solo dal cinematografo. È da segnalare come questa sia la prima edizione completa della Fantasmagoriana ad apparire in libreria proprio da quel lontano 1812. Un accurato saggio introduttivo, apparati e note esplicative inquadrano le origini e le fortune del testo che – fra la Ginevra di Byron, Shelley e Polidori e la Parigi di Nodier, Dumas, Mérimée e Gautier – incrocia e orienta le origini stesse del fantastico moderno.

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Fabio Camilletti è professore associato di Letteratura italiana all’università di Warwick, nel Regno Unito. La sua formazione è avvenuta tra Pisa, Parigi, Oxford, Birmingham e Berlino. Autore di
svariati saggi e volumi – su Leopardi, D.G. Rossetti, Manzoni, Sade, il perturbante freudiano – i suoi interessi di ricerca spaziano dalle letterature del Romanticismo europeo alle intersezioni fra
letteratura e psicoanalisi. Scrive per la rivista “Mattatoio n° 5”.

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FANTASMAGORIANA, a cura di Fabio Camilletti (Nova Delphi Libri, 2015)

Racconti di Apel, Clauren, Eyriès, Musäus, Schulze, Utterson
Collana: Le Sfingi Pagine: 360
Genere: fantastico Prezzo: euro 15,00

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© Letteratitudine

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