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È MORTO IMRE KERTÉSZ

marzo 31, 2016

È morto Imre Kertész (Budapest, 9 novembre 1929 – Budapest, 31 marzo 2016) scrittore ungherese Premio Nobel per la letteratura nel 2002, noto per essere sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti e per il resoconto semiautobiografico dell’Olocausto

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Lo scrittore ungherese Imre Kertész, premio Nobel per la letteratura nel 2002, è morto il 31 marzo a Budabest all’età di 86 anni, dopo una lunga malattia.

Imre Kertész è noto soprattutto per il resoconto semiautobiografico dell’Olocausto che costituisce l’argomento della trilogia “Sorstalanság” (trad. it. “Essere senza destino”, 1999), “A kudarc” (1988; trad. it. “Fiasco”, 2003) e “Kaddis a meg nem született gyermekért” (1989, “Kaddisch per il bambino non nato”)

https://kaddishplay.files.wordpress.com/2013/01/images-2.jpgNato in una famiglia di origine ebraica, fu deportato quindicenne ad Auschwitz, nel 1944, e poi trasferito a Buchenwald, dove fu liberato nel 1945. Tornato in Ungheria, nel 1948 cominciò a lavorare come giornalista per un quotidiano di Budapest. Quando nel 1951 il giornale divenne organo del partito comunista Kertész fu licenziato. Dopo due anni di servizio militare, per mantenersi iniziò a scrivere romanzi e a tradurre opere di Freud, Nietzsche, Canetti, Wittgenstein e altri.

“Essere senza destino” (Sorstalanság), il suo primo e più famoso romanzo, descrive l’esperienza di un ragazzo ungherese di quindici anni nei campi di sterminio nazisti di Auschwitz, Buchenwald e Zeitz (egli stesso ha dichiarato: Ogni volta che penso a un nuovo romanzo penso a Auschwitz). Il romanzo, terminato nel 1973 dopo dodici anni di lavoro, è stato pubblicato nel 1975 non senza resistenze da parte del mondo politico-editoriale. Lo stile, spesso ironico e autoironico, l’ostentata oggettività, è il magistrale travestimento letterario che conduce il lettore a inorridire di fronte al silenzio. Kertész rifiuta ogni accostamento ideologico al tema, sia esso politico o religioso; l’Olocausto degli ebrei non è più questione di un singolo popolo, ma il trauma dell’intera civiltà occidentale.

https://i0.wp.com/www.rainews.it/dl/img/2016/03/310x0_1459409407820.3_destra.jpgKertész e la sua opera furono messe al bando ed è stato riconosciuto come scrittore di fama sia in patria che all’estero solo dopo il crollo del Muro di Berlino.

Nel 2002 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura, la cui motivazione fu “for writing that upholds the fragile experience of the individual against the barbaric arbitrariness of history” (per una scrittura che sostiene la fragile esperienza dell’individuo contro la barbarica arbitrarietà della storia).

In una petizione inviata a tutti i leader europei e rumeni, Kertész chiese l’apertura di un’università in lingua magiara per il milione e mezzo di ungheresi che vivevano in Romania.
In un articolo pubblicato il 22 febbraio 2006 sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, Kertész lanciò un violento attacco contro l’Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca, nella regione rumena della Transilvania, definendo l’università “una reliquia dell’era nazista”.

Dal libro “Essere senza destino” è tratto il film di Lajos Koltai “Senza destino” (2005); Kertész ne curò la sceneggiatura.

(fonte: enciclopedia Treccani e wikipedia Italia)

Il libri di Imre Kertész pubblicati in Italia

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Approfondimenti su: la Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa

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