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PREMIO MONDELLO 2017: i vincitori

Maggio 5, 2017

I VINCITORI DELLA XLIII EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE MONDELLO

Proclamati i vincitori della quarantatreesima edizione del Premio Letterario Internazionale MondelloStefano Massini con Qualcosa sui Lehman (Mondadori), Alessandra Sarchi con La notte ha la mia voce (Einaudi), Alessandro Zaccuri con Lo spregio (Marsilio) per la sezione Opera ItalianaAntonio Prete con Il cielo nascosto (Bollati Boringhieri), per la sezione Mondello Critica.

I vincitori si aggiungono al Premio Autore Straniero Cees Nooteboom, l’autore olandese che sarà premiato domenica 21 maggio 2017 al Salone Internazionale del Libro di Torino (ore 17, in Sala Azzurra, Lingotto Fiere) in un incontro aperto al pubblico condotto da Ernesto Ferrero, giudice monocratico, e presieduto da Giovanni Puglisi, presidente del premio.

Di seguito, dettagli sui premiati (e le motivazioni dei riconoscimenti)

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Premio Opera Italiana – Stefano Massini

Premio Opera Italiana - Stefano Massini

VINCITORE PREMIO OPERA ITALIANA

Stefano Massini – Qualcosa sui Lehman (Mondadori)

Stefano Massini (1975) è da alcuni anni lo scrittore italiano più rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo. Ha vinto sette premi della critica tra Francia, Italia, Germania e Spagna. Nel 2015 succede in punta di piedia Giorgio Strehler e Luca Ronconi come responsabile artistico del Piccolo Teatro di Milano, Teatro d’Europa. Lo spettacolo tratto da Qualcosa sui Lehman, il suo “Lehman Trilogy” ‘ in Italia ultima regia di Ronconi ‘, è tradotto in 15 lingue, e verrà diretto dal premio Oscar Sam Mendes per il Royal National di Londra.

Qualcosa sui Lehman, Mondadori. Questa incredibile storia inizia sul molo di un porto americano, con un giovane immigrato ebreo tedesco che respira a pieni polmoni l’entusiasmo dello sbarco. È da questo piccolo seme che nascerà il grande albero di una saga familiare ed economica capace davvero di cambiare il mondo. Acuto e razionale, Henry Lehman (non a caso soprannominato “Testa”) si trasferisce nel profondo Sud degli Stati Uniti, dove apre un minuscolo negozio di stoffe. Ma il cotone degli schiavi è solo il primo banco di prova per l’astuzia commerciale targata Lehman Brothers (perché nel frattempo Henry si è fatto raggiungere dai due fratelli minori Emanuel e Mayer, rispettivamente detti “Braccio” e “Patata”). In un incalzare di eventi, i tre fratelli collezionano clamorosi successi e irritanti passi falsi mentre la grande calamita di New York li attira nel suo vortice inebriante. Nel frattempo, al vecchio cotone si sono sostituiti il caffè, lo zucchero, il carbone, e soprattutto la nuova frontiera di un’industria ferroviaria tutta da finanziare. È questa la seconda appassionante tappa del libro, intitolata “Padri e figli”, incentrata sulla rocambolesca scalata al potere del glaciale Philip Lehman, circondato dai cugini Sigmund, Dreidel, Herbert e Arthur. Le loro esistenze parallele compongono un mosaico di umanità diverse, assortite, contraddittorie, in cui l’angoscia dei sogni notturni va di pari passo a una corsa implacabile per stare al ritmo di Wall Street. Sono gli anni dell’ebbrezza, destinata a infrangersi nel crollo fragoroso del 1929, quando le sorti di un sistema al collasso verranno affidate alle fragili mani di Bobbie Lehman, simbolo di un mondo in equilibrio precario, ostaggio delle sue stesse mode e di fatto incapace di darsi un futuro certo.

La motivazione espressa dal Comitato di Selezione
Una ballata funebre e irresistibilmente ironica sul capitalismo moderno degli ultimi due secoli. Questo è il libro che Stefano Massini dedica alla storia della banca Lehman & Brothers tristemente nota per il suo crack del 2008. La più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti. La giuria del premio Mondello sceglie di premiare la forma sperimentale del romanzo/ballata di Qualcosa sui Lehman e insieme la sua estrema leggibilità. Abbandonandosi all’oralità travolgente del testo, le 700 pagine del libro scorrono come un tapis roulant che ci conduce dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri. La storia della famiglia Lehman è la storia del nostro tempo precipitato dentro la centrifuga della Dea Economia. Opera originale, di respiro internazionale, Qualcosa sui Lehman si segnala come una felice sorpresa nel panorama attuale della letteratura italiana contemporanea.

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Premio Opera Italiana – Alessandra Sarchi

Premio Opera Italiana - Alessandra Sarchi

VINCITORE PREMIO OPERA ITALIANA

Alessandra Sarchi – La notte ha la mia voce (Einaudi)

Alessandra Sarchi è nata a Reggio Emilia nel 1971, vive a Bologna. Ha pubblicato Segni sottili e clandestini (Diabasis 2008). Per Einaudi Stile Libero è uscito nel 2012 il romanzo Violazione, vincitore del premio Paolo Volponi opera prima, nel 2014 L’amore normale e nel 2017 La notte ha la mia voce.

La notte ha la mia voce, Einaudi. Una giovane donna ha perso l’uso delle gambe in seguito a un incidente. Abita un corpo che non le appartiene più e si sente in esilio dal territorio dei sani. Poi incontra laDonnagatto, e il suo modo di guardare se stessa, e gli altri, cambia. La prima cosa che arriva di Giovanna è la voce: argentina, decisa, sensuale. Fa pensare a qualcuno che avanzi sulle miserie quotidiane come un felino. Ecco perché, fin da subito, l’io narrante la battezza Donna gatto, sebbene Giovanna sia paralizzata, proprio come lei. Al contrario di lei, però, rivendica il diritto a desiderare ancora, sfidando l’imperfezione del mondo. La Donna gatto nasconde un segreto, e forse ha trovato una persona cui confessarlo, consegnandole la propria storia. Una storia dove è solo apparente il confine tra la condanna e la grazia. «È di libertà che si dovrebbe parlare, quando si parla di corpi. Ma come si fa, se non ce li scegliamo nemmeno alla nascita? I nostri corpi sono già passato, eredità elargita da chi ci ha generato e preceduto nella tirannia combinatoria dei geni».

 

La motivazione espressa dal Comitato di Selezione

Il romanzo di Alessandra Sarchi si distingue per la qualità della scrittura e il tema di grande interesse umano, sociale, culturale. La protagonista, che si racconta in prima persona, è una donna disabile a causa di un incidente. La sua vita è quindi stata spezzata in due fasi, un prima e un dopo. La protagonista deve pertanto tornare a vivere in maniera diversa e deve provare a rinascere: in modo differente, si ripresenta quello che è stato uno degli argomenti di Nati due volte di Giuseppe Pontiggia, romanzo che nel 2000 ha posto in primo piano in modo autorevole il tema della disabilità. Alessandra Sarchi costruisce un romanzo duro, realistico e inventivo, emozionante e affascinante, nel quale, come scriveva Leopardi, si dicono “le cose coi loro nomi”. È anche una storia fatta di amicizie e di amore, di volontà e di forza, per chi non intende cedere agli imprevisti negativi della vita e vuole con coraggio affermare la propria vitalità. Il romanzo si apprezza per l’intensità tematica e per la scrittura precisa e affabile, per una profondità e chiarezza di comunicazione che sono il frutto di un rigoroso lavoro stilistico.

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Premio Opera Italiana – Alessandro Zaccuri

Premio Opera Italiana - Alessandro Zaccuri

VINCITORE PREMIO OPERA ITALIANA

Alessandro Zaccuri – Lo spregio (Marsilio)

 

Alessandro Zaccuri è nato a La Spezia nel 1963. Vive a Milano, dove lavora come giornalista del quotidiano «Avvenire». Ha pubblicato saggi sul cinema (Citazioni pericolose: il cinema come critica letteraria, Fazi 2000), sull’immaginario cristiano (In terra sconsacrata, Bompiani 2008) e su quello moderno (Non è tutto da buttare, La Scuola 2016), nonché tre romanzi: Il signor figlio, Mondadori 2007 (Premio Selezione Campiello); Infinita notte, Mondadori 2009; Dopo il miracolo, Mondadori 2012.

Lo spregio, Marsilio. Siamo negli anni Novanta, tra i monti al confine con la Svizzera. Franco Morelli detto il Moro ha ereditato dal padre la Trattoria dell’Angelo, e la fa fruttare come si deve: ma i soldi, quelli veri, li guadagna trafficando con prostitute e spalloni – e forse grazie ad altri affari ancora più oscuri e pericolosi. È un uomo chiuso, determinato: del tutto amorale. Ha un figlio – in realtà un trovatello, ma nessuno lo sa – che lo adora come un dio; e una moglie timida e servile – la cuoca – che gli serve solo per giustificare al mondo l’esistenza del piccolo Angelo. Ma Angelo, crescendo, scopre che cos’è in realtà suo padre; e anziché ripudiarlo decide di voler essere come lui, più di lui. Si lega d’amicizia con Salvo, rampollo spendaccione – ma non sciocco – di una famiglia del Sud in soggiorno obbligato. Ben presto però anche questa amicizia diventa competizione, e Angelo commette l’errore fatale: vuole essere come il suo amico Salvo, di più del suo amico Salvo.

 

La motivazione espressa dal Comitato di Selezione

Il romanzo di Alessandro Zaccuri, Lo spregio, racconta la vicenda del figlio di un criminale di un piccolo paese di frontiera del nord Italia, che sfida il padre in una gara di superamento nello stesso campo. L’incontro con chi è peggiore, e quindi anche più grande di lui, lo sorprenderà e porterà verso un tragico destino. Romanzo tutto azione, dalla velocità narrativa ed emotiva straordinaria, il libro si distingue per la capacità di trattare i grandi temi della contemporaneità (il conflitto generazionale, l’amicizia, la criminalità, il passaggio da una civiltà fondata sui rapporti personali a una società dei vincoli organizzati). Una storia famigliare di immediata presa e grande efficacia: un esempio di narrazione pura, che è insieme un pugno in faccia e una sfida interpretativa.

 

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Premio Mondello Critica – Antonio Prete

Premio Mondello Critica - Antonio Prete

VINCITORE PREMIO MONDELLO CRITICA

Antonio Prete – Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (Bollati Boringhieri)

 

Antonio Prete ha insegnato Letterature comparate all’Università di Siena e, da ultimo, alla Scuola Superiore Galileiana di Padova. Ha tenuto corsi e seminari presso istituzioni e atenei stranieri, tra cui Harvard University, il Collège de France e l’Università di Salamanca.  Saggista, narratore, poeta e traduttore, ha fondato e diretto la rivista «Il gallo silvestre» (1989-2004). Tra i saggi: Il pensiero poetante. Saggio su Leopardi (1980), Nostalgia. Storie di un sentimento (1992), Il deserto e il fiore. Leggendo Leopardi (2004), I fiori di Baudelaire. L’infinito nelle strade (2007) e Meditazioni sul poetico (2013). Le prose narrative più recenti: L’imperfezione della luna (2000), Trenta gradi all’ombra (2004) e L’ordine animale delle cose (2008). Le ultime raccolte poetiche: Menhir (2007) e Se la pietra fiorisce (2012). Traduttore di Baudelaire (I fiori del male, 2003), Mallarmè, Rilke, Valéry, Celan, Jabès, Machado, Bonnefoy, ha raccolto molte delle sue traduzioni poetiche inL’ospitalità della lingua(2014). Per Bollati Boringhieri sono usciti Trattato della lontananza (2008), All’ombra dell’altra lingua. Per una poetica della traduzione (2011) e Compassione. Storia di un sentimento (2013).

 

Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (Bollati Boringhieri) Dentro di noi custodiamo un cielo nascosto, uno spazio-tempo altrettanto abissale dell’universo che ci sovrasta. Come è accaduto alla volta stellata, gli interni d’anima hanno attratto cosmografi fin dall’antichità: filosofi, scrittori, teologi e poeti hanno scrutato, contemplato, decifrato, versato in parole «fantasticanti e conoscitive» ogni transito di pensieri, ogni orbita di passioni, ogni ellissi del desiderio. Si è via via affinata una lingua per dire la mobilità dell’io e il teatro degli affetti, e si è scoperto nelle profondità della mente il punto di maggiore consonanza con il ritmo vivente del mondo. Questa pienezza di raffigurazione e il suo stesso oggetto – la vita interiore, concentrata nelle proprie fantasmagorie, ma anche persa in lontananze e silenzi siderali – rischiano oggi di smarrirsi, vittime dello spossessamento di sé indotto dalla seduzione della vicinanza virtuale e dal frastuono della comunicazione. In controtendenza rispetto ai tempi, Antonio Prete compie qui un prezioso gesto di restituzione. Mette la sua maestria di comparatista al servizio di una materia sconfinata, prelevandovi con levità figure tematiche e passaggi salienti, da Agostino a Joyce, da Montaigne a Proust a Calvino, e cedendo spesso il passo agli amatissimi Leopardi e Baudelaire.

 

La motivazione espressa dal Comitato di Selezione

Il libro di Antonio Prete,Il cielo nascosto, propone un’esplorazione dell’interiorità nella storia della cultura occidentale in una prospettiva comparatista, che fa convergere originalmente letteratura e filosofia nella ricerca di ciò che c’è ma non si vede nell’esperienza umana: il dentro, che è anche un cielo, un’apertura sul mistero e l’infinito. Il risultato è una proposta di individuare lo specifico del discorso umano nelle sue forme più alte di arte e di pensiero, in ciò che non ha linguaggio, ma che solo col linguaggio si può raggiungere: la letteratura come regno dell’irrappresentabile e dell’indicibile, perché ognuno di noi ha dentro di sé qualcosa di più di ciò che appare fuori. Con questo riconoscimento la giuria intende anche premiare il profilo di uno studioso tra i più rigorosi e inventivi della critica italiana.

 

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Premio Autore Straniero – Cees Nooteboom

Premio Autore Straniero - Cees Nooteboom

Cees Nooteboom, nato all’Aja nel 1933, vive tra Olanda, Spagna e Germania. Sin da giovane fa del viaggiare la sua filosofia di vita: tra appassionate frequentazioni dell’Oriente, numerosi soggiorni in vari paesi del mondo, tra cui l’Italia, Nooteboom è stato cronista privilegiato in momenti cruciali della storia europea.

La sua biografia si intreccia strettamente con la produzione letteraria, fondata sull’uso di molteplici registri narrativi: autore di romanzi, poesie, saggi, opere teatrali e resoconti di viaggi, come Verso Santiago e Il Buddha dietro lo steccato, è ormai ritenuto uno dei più importanti e originali autori contemporanei. Si rivela a soli ventidue anni con Philip e gli altri, 1955, considerato dalla critica un’anticipazione degli ideali nomadi della Beat Generation e antesignano di Sulla Strada di Jack Kerouac. Il romanzo è la storia, in parte autobiografica, di un uomo che viaggia in autostop dall’Olanda alla Provenza, attraverso la Francia e l’Europa del Nord, sulle tracce di una misteriosa ed evanescente ragazza cinese, simbolo della felicità e dell’inaudito. Un’opera vivace e onirica sullo stupore, l’estraneità e il bisogno d’appartenenza, che precorre il mito dell’autostop come viaggio di iniziazione. Il successo internazionale arriva con Rituali, 1980, che gli vale negli Stati Uniti il Premio Pegasus, e Il canto dell’essere e dell’apparire, 1981, che si articola su due piani narrativi distinti: quello dello scrittore che tenta di costruire un romanzo ambientato nella decadente Bulgaria fin de siècle e quello meta-narrativo dello scrittore che si interroga sul significato stesso dello scrivere. Un anno dopo esce Mokusei, 1982, romanzo breve che racconta in flash back una semplice e intensa storia d’amore intrisa delle atmosfere esotiche care all’autore, e allo stesso tempo evoca il fascino remoto dell’irraggiungibile, dell’impenetrabile, con sovrapposizioni di immagini del reale al reale stesso. Il puzzle del tempo, la favola della cultura e dell’arte, i riti intellettuali per esorcizzare la dispersione: tutto torna nella fiaba fantastica Le montagne dei Paesi Bassi, 1984. La contrapposizione tra banalità dello spazio reale e avventura nello spazio spirituale è rappresentata con particolare efficacia nel romanzo breve La storia seguente, 1991, dove, ancora attraverso il viaggio – questa volta nell’aldilà – l’autore sottolinea come ogni morte sia il trapasso in un’altra vita e come la paura della disfatta debba essere vinta dalla certezza della metamorfosi: l’opera vale a Cees Nooteboom il Premio Grinzane Cavour 1994 e il Premio Aristeion della Comunità Europea. Nel 1994 esce Verso Santiago, una collezione di testi scritti dal 1981 al 1992, in cui ognuno costituisce il capitolo di un cammino in direzione di Santiago de Compostela, un viaggio a tappe lungo percorsi inusuali, alla scoperta di personaggi e luoghi di una Spagna profonda e misteriosa. La seduzione del viaggio rimane una costante nell’opera di questo “spettatore del mondo”, come egli ama definirsi, poiché da un lato esprime l’inesauribile sete di conoscenza e di scoperta mai paga nell’uomo, e dall’altro rappresenta “un’occasione per star soli e riflettere su cosa scrivere”. Ad anni più recenti appartengono Perduto il Paradiso, 2004, una meditazione che spazia tra i continenti (Sudamerica, Australia) indagando le più profonde aspirazioni umane, e la vibrante raccolta di racconti, Le volpi vengono di notte, pubblicata da Iperborea nel marzo 2010, sul passato e sul ricordo, alla ricerca delle sfumature del pensiero e della sua perfetta aderenza alla narrazione. Attraverso personaggi irrequieti, storie di amore, perdita, gioco e nostalgia, emerge la forza della scrittura iconica e immaginifica di Nooteboom. Perché, come scriveva Roland Barthes trent’anni fa nella Camera chiara, una fotografia rappresenta l’impotenza di dire ciò che è evidente, e la letteratura nasce proprio intorno a un’immagine mancante, a un ricordo ancora vivo. Nel 2015 esce Tumbas, il libro che racconta le tombe dei grandi scrittori e filosofi che Nooteboom ha visitato nel corso di trent’anni di viaggi per il mondo, raccogliendo quello che, dietro una lapide di marmo, un monumento bizzarro, un’epigrafe toccante o l’incanto di un’atmosfera, hanno ancora da raccontare. Iperborea ripubblicherà anche gli scritti di viaggi ancora inediti in Italia, il primo volume della serie, dedicato al Giappone, è uscito a marzo 2017 e si intitola Cerchi Infiniti.

Pluripremiato e apprezzato in tutto il mondo, più volte candidato al Nobel, lo scrittore ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti, tra cui ricordiamo il Constantijn Huygens Prijs, il Premio Anna Frank, il P.C. Hooft Prijs, il Premio Sandro Onofri, il Premio Gruppo Compostela, il Premio Letteratura Nederlandese (il più importante riconoscimento letterario del mondo olandese, consegnato all’autore da Alberto II, re del Belgio), il Premio Europeo di Poesia, 2008, il Premio Chatwin 2010, il Premio Onofri 2014, il Premio Lerici Pea 2016.

 

Cees Nooteboom, lo scrittore olandese, sarà al Salone Internazionale del Libro di Torino domenica 21 maggio e dialogherà con Ernesto Ferrero per un incontro aperto al pubblico (ore 17), in Sala Azzurra, in occasione del conferimento del Premio Letterario Internazionale Mondello, sezione Autore Straniero.

Il riconoscimento, giunto alla sua quarantatreesima edizione, è promosso dalla Fondazione Sicilia insieme con il Salone Internazionale del Libro e la Fondazione Andrea Biondo e con il patrocinio dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, per la sezione Autore Straniero di quest’anno.

In qualità di giudice monocratico, Ernesto Ferrero è stato chiamato dal Mondello a individuare un suo riferimento letterario fondamentale non solo per il percorso di scrittore, ma anche per l’apporto nel panorama della letteratura internazionale. Una scelta in libertà e autonomia, che il Premio Mondello ha affidato al critico letterario e scrittore che per diciotto edizioni ha diretto il Salone Internazionale del Libro di Torino.

Questa la motivazione: “Olandese e cittadino del mondo, viaggiatore incantato che cerca l’uomo e se stesso nell’altrove, reporter che sa trovarsi sui luoghi dei grandi drammi storici, poeta capace di dar vita a ciò che non è visibile, narratore che usa l’immaginazione come strumento principe per cogliere la melodia che si nasconde nel rumore confuso della quotidianità, da decenni Cees Nooteboom incarna magistralmente le ragioni di una scrittura capace di esplorare gli incerti confini che uniscono, più che dividere, realtà e finzione. Nel solco della grande letteratura che va da Cervantes a Pessoa, da Borges a Calvino, Cees Nooteboom cerca con sognante eleganza e ironica leggerezza la saldatura tra l’essere e l’apparire, tra spazio, tempo e linguaggio, tra parola e immagine, simbolo e mito, arte e vita. Appassionato, empatico esploratore di culture, Nooteboom usa la forza rivelatrice dell’invenzione per smascherare le mistificazioni delle ideologie, dei sistemi totalitari, della virtualità dominante. Con lui la libertà della poesia diventa, ancora una volta, rivelazione dei tesori nascosti nelle fragilità dell’umano” (E.F.).

Con la stessa formula, nelle edizioni precedenti del premio, sempre al Salone Internazionale del Libro, Michela Murgia ha nominato vincitrice Marilynne Robinson (2016), Antonio Scurati Emmauel Carrère (2015), Niccolò Ammaniti Joe R. Lansdale (2014), Milena Mazzucco ha premiato lo scrittore ungherese Peter Estherázy (2012), Paolo Giordano l’autrice statunitense Elizabeth Strout (2012).

 

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