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OMAGGIO A FOLCO QUILICI

febbraio 25, 2018

OMAGGIO A FOLCO QUILICI, scomparso il 24 febbraio 2018

Folco Quilici (Ferrara, 9 aprile 1930 – Orvieto, 24 febbraio 2018) è stato un “narratore del mondo” e scrittore italiano, attivo nella divulgazione naturalistica fin dagli anni cinquanta del XX secolo.

Pubblichiamo una biografia (tratta dal sito ufficiale di Quilici) e una videointervista.

Segnaliamo, inoltre, qui di seguito, gli approfondimenti apparsi sulle pagine online dei principali quotidiani

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Approfondimenti su: la Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, Il Messaggero, Il Sole 24Ore, Il Giornale, Il Mattino, Il Fatto Quotidiano, Avvenire, Ansa

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Risultati immagini per folco quiliciFolco Quilici è nato a Ferrara nel 1930 da Nello Quilici, storico e giornalista e Mimì Buzzacchi, pittrice.

Suoi film dedicati al rapporto tra uomo e mare, sono stati distribuiti nel mondo : Sesto Continente (Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954), Ultimo Paradiso (Orso d’Argento al Festival di Berlino del 1956), Tikoyo e il suo pescecane (Premio Unesco per la Cultura del 1961), Oceano (Premio Speciale Festival di Taormina del 1971 e Premio David di Donatello 1972), Fratello Mare (Primo Premio al Festival Internazionale del Cinema Marino, Cartaghena, 1974) e Cacciatori di Navi, 1991 (Premio Umbria Fiction, 1992).

Nei cinema e non solo in Italia, altri suoi film sono stati: Dagli Appennini alle Ande (1959) che vinse la “Concha de plata” al Festival Internazionale di San Sebastian. E Il Dio Sotto la Pelle filmato in tutto il mondo nel 1974.
Nel 1964 ha tolto il suo nome dal film Le schiave esistono ancora a causa della sua divergenza con il produttore Malenotti, non solo per il titolo arbitrariamente scelto ma per l’inserimento nel film stesso di numerose scene false.

Tra i suoi film di medio metraggio di particolare impegno, furono presentati fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia: Paul Gauguin (1957), L’Angelo e la Sirena (1980).

Da ricordare inoltre Botticelli, una nuova primavera (1982). Nel 1970 ha editato tre film Firenze 1000 giorni, sull’alluvione del 1967 e l’opera di salvezza del suo patrimonio culturale. Folco Quilici ebbe la nomination all’Oscar nel 1971 per Toscana, uno dei quattordici film de L’Italia dal Cielo alla quale hanno collaborato nomi di massimo prestigio come Calvino, Sciascia, Silone, Praz, Piovene, Comisso. Nel 2000, per la rete televisiva franco-tedesca Arté ha prodotto e diretto i lungometraggi Kolossal (1999/2000) e Il Mondo di Pinocchio (2002). Nel 2004, per il Luce, il lungometraggio L’Impero di Marmo (Premiato al Festival Internazionale del Cinema Archeologico Agon, Grecia, nel 2006) e il film-documentario L’Ultimo Volo (Premio Acqui Storia 2010). Successivamente Lazio – Paesaggio e Storia (Premio Bellezze d’Italia 2012).

L’attività di Folco Quilici nel campo del cinema culturale, ha trovato, in Italia e all’estero, vasto spazio in programmi televisivi in più puntate. Da Djerid, i tre volti del deserto (1957/1958), Alla scoperta dell’Africa (1964/1965), Malimba (1966), Alla scoperta dell’India (1967/1968), Islam (1969/1970), L’Alba dell’Uomo (1970/1975), Mediterraneo (1971/1976), I Mari dell’uomo (1971/1974), L’Uomo Europeo (1976/1979), Festa Barocca (1980/1982), La Grande Époque (1984/1985), Il Rischio e l’Obbedienza (1991/1992), Archivi del Tempo (1980/1984), L’Avventura e la Scoperta (1984/1992), Viaggi nella Storia (1988/1992), Arcipelaghi (1993/1995), Italia Infinita (1996/2002), Alpi (1998/2004), Di Isola in Isola (2004/2005), Energia (2011/2012), L’Italia di Folco Quilici (2012/2013).

Per i tredici film della Serie Mediterraneo e gli otto di L’Uomo Europeo Quilici ha avuto a fianco lo storico Fernand Braudel e l’antropologo Levi Strauss. Con l’archeologo Sabatino Moscati Quilici ha realizzato due Serie dedicate all’archeologia subacquea Mare Museo 1988/1992 e Fenici, sulle rotte di porpora (1987/1988). Ha prodotto con l’archeologo George Vallet I Greci d’Occidente (1989). Dal 1992 al 1999 ha diretto L’Italia del XX secolo, 65 film su testi degli storici De Felice, Castronovo e Scoppola.

Dal 1971 al 1989 ha diretto e curato la rubrica GEO Rete 3, RAI.

Per il suo impegno nella Tv culturale ha vinto numerosi Premi Internazionali. Tra i quali nel 1976 quello del “Festival dei Popoli” per il suo lavoro sul mondo primitivo. Successivamente il Primo Premio della Critica italiana per gli otto film della Serie Alla Scoperta dell’India (1968) e per Festa Barocca (1983). Gli era stato anche assegnato il Premio della Critica Francese per Mediterranéé (1977).

Inoltre per gli otto film de L’Alba dell’Uomo (1973/1974) vince il Premio Nazionale della Critica Televisiva nel 1975.

Nel 1995 gli viene assegnata la “Targa d’Oro Europea del cinema storico-culturale”.

Dal 2002 collabora con importanti Serie televisive a Sky. Per le trasmissioni sul canale “MarcoPolo” è stato dichiarato “personaggio dell’anno” nel 2006.

Dal 1954 in poi ha pubblicato in Italia e all’Estero, numerose opere di saggistica: Mala Kebir (1955), Mille Fuochi (1964), Sesto Continente (1965), Gli ultimi primitivi (1972), I grandi deserti (1972), Magia (1977), Le Frontiere di Allah (1978), Natura chiama Uomo (1979), Il Riflesso dell’Islam (1983), L’Uomo Europeo (1983), India (1990), I Mari del Sud (1991), Il Mio Mediterraneo (1992), La Mia Africa (1992), Le Americhe (1993), Il mio Mar Rosso (1998), Tobruk 1940 (2004), I Miei Mari (2006). Tra il 1976 e il 1979 ha diretto La Grande Enciclopedia del Mare. Nel 1974/1975 è stato coautore de La Mediterranéé con Fernand Braudel. Con la moglie Anna, è autore di due biografie: Amundsen (1998) e Jack London (2000), “Premio Chianciano” e il “Premio Castiglioncello”.

Dal 2002 collabora a una serie di volumi illustrati, con Luca Tamagnini (Ed. PhotoAtlante) dedicati alle aree protette dei mari italiani.

Per la narrativa ha scritto Cacciatori di Navi (1985) tradotto negli Stati Uniti, Cielo Verde (1997), nella classifica dei più venduti in Italia e Naufraghi (1998). Nel 1999 con il romanzo Alta Profondità inizia il sequel composto da L’Abisso di Hatutu (2001), Mare Rosso (2002), I Serpenti di Melqart (2003), La Fenice del Bajkal (2005).

È del 2008 il romanzo Libeccio e del 2012 La Dogana del Vento.

Nel 2011 e nel 2012 ha scritto due libri per la letteratura dei ragazzi: Storie del Mare e Amico Oceano.

Nel 1955 gli venne assegnato il Premio Marzotto di Letteratura con Sesto Continente (tradotto negli Stati Uniti e rieditato nel 2000), successivamente il Premio Malta per Mediterraneo nel 1981, il Premio Fregene per Cacciatori di Navi nel 1985, il Premio Estense per Africa nel 1993 e il Premio Scanno di Letteratura con Mare Rosso nel 2003. Nel 1997 il “Premio Internazionale di Cultura del Mare” e nel 2000 il “Tridente d’Oro alla Carriera”, dall’Accademia delle Arti della Scienza Subacquea. Nel 2002 il “Premio Neos” dall’Associazione Giornalisti di Viaggio. Per il saggio “Sì, viaggiare” scritto con Corrado Ruggeri. Nel 2007 gli viene attribuito il “Premio Hemingway” per I miei mari.

I suoi libri più recenti sono:
“Nonno leone” (Mondadori, 2013), “Cani & cani. Di gioco e d’avventura” (Mondadori, 2013) e “L’isola dimenticata” (Mondadori, 2016)

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“L’isola dimenticata” di Folco Quilici (Mondadori)

Inverno 1943: Vanni, giovane tenente ferito sul fronte africano, torna per la convalescenza in una piccola isola al largo del Tirreno, dove si trova la villa di famiglia.

La vita è dura in questo luogo tagliato fuori da tutto e da tutti: la guerra ha interrotto ogni comunicazione con la costa, la sopravvivenza è legata principalmente alla pesca. Nonostante le difficoltà, la piccola comunità cerca di resistere. Ma la tranquillità dura poco: un giorno da una motovedetta sbarcano i tedeschi, che occupano l’isola, sequestrano Villa Amarillys e affondano tutte le imbarcazioni, per evitare che qualcuno possa allontanarsi e dare notizia delle operazioni segrete che intendono condurre. L’isola si trova così privata dell’unica fonte di sostentamento, il mare, e gli abitanti ben presto sono alla fame. Inaspettatamente, proprio sull’isola Vanni ritrova Cristina, la ragazza altoatesina che aveva conosciuto prima della guerra e di cui si era innamorato quando entrambi erano atleti in gara per i campionati giovanili universitari. Cristina, carattere fiero e forte, affronta con coraggio le avversità. Insieme a Vanni si dà da fare per sopravvivere e aiutare la comunità, curando i malati grazie alle preziose erbe che lei raccoglie. Ogni possibilità di sopravvivenza è legata alle sorti del conflitto, e ogni aereo che passa accende paura e speranza. La disperazione si fa largo: nessun segno di vita giunge dalla costa, nessuna avvisaglia dell’arrivo degli Alleati. Finché, a Punta dell’Onda, insenatura non lontana dal paese, una massa immobile affiora dall’acqua, una sfera da cui fuoriescono delle punte. Certamente una mina, strappata dalle correnti al suo ormeggio in alto mare. L’ordigno forse è fuori uso, l’esplosivo racchiuso al suo interno potrebbe essere usato per pescare, ma i dubbi sono tanti e i rischi ancor di più… Un solo uomo, Vanni, potrebbe prendere l’iniziativa e tentare di salvare la sua gente.

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