Home > Premi Letterari > DAVIDE ENIA VINCE IL SUPERMONDELLO E IL MONDELLO GIOVANI 2018

DAVIDE ENIA VINCE IL SUPERMONDELLO E IL MONDELLO GIOVANI 2018

dicembre 1, 2018

Davide Enia con Appunti per un naufragio (Sellerio) vince il SuperMondello e il Mondello Giovani 2018

I due riconoscimenti sono stati assegnati venerdì 30 novembre 2018 presso la Società Siciliana per la Storia Patria, nell’ambito della 44a edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello.

 * * *

Il SuperMondello e la Giuria dei 120 lettori qualificati

Davide Enia è stato votato da 62 su 120 componenti la Giuria dei Lettori Qualificati. I giurati, dislocati in tutta Italia, sono stati direttamente indicati dai librai di un circuito di 24 libreriesegnalate dalla redazione dell’inserto culturale DomenicadeIl Sole 24 Ore. Nei mesi scorsi, ognuna di queste librerie ha inviato alla Segreteria del Premio un elenco di 5 lettori ‘forti’, in grado di formulare un giudizio letterario critico e ragionato. I 120 lettori così selezionati hanno potuto esprimere la loro preferenza votando online in un’apposita sezione del sito www.premiomondello.it.

 * * *

Il Mondello Giovani e la Giuria degli studenti

La Giuria chiamata a decretare il Premio Mondello Giovani ha scelto Davide Enia con 96 preferenzesu 180 giurati. 
La Giuria è formata da studenti siciliani: 180 studenti di 18 scuole secondarie di secondo grado, 12 di Palermo e 6 di Enna, Marsala, Caltanissetta, Agrigento, Catania e Santa Teresa di Riva (Messina). Un modo per accrescere ancora di più il peso dei giovani lettori, nell’attribuzione dei riconoscimenti del Mondello.
Gli studenti hanno letto i tre libri in gara e votatoil loro romanzo preferito, motivando la scelta con un testo critico. Sono 167 gli studenti che hanno votato.

 * * *

I vincitori della quarantaquattresima edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello erano, dunque: Davide Enia con Appunti per un naufragio (Sellerio), Michele Mari con Leggenda privata (Einaudi), Laura Pariani con di ferro e d’acciaio (NNE), per la sezione Opera Italiana; Alberto Casadei con Biologia della letteratura (il Saggiatore), per la sezione Mondello Critica.
Il Mondello è promosso dalla Fondazione Sicilia insieme con il Salone Internazionale del Libro, in collaborazione con la Fondazione Andrea Biondo e d’intesa con la Fondazione Premio Mondello. I vincitori del Premio Opera Italiana e del Premio Mondello Critica sono stati scelti dal Comitato di Selezione, composto dal critico letterario e saggista Giuseppe Lupo, dallo scrittore e critico letterario e televisivo Francesco Pacifico e dalla scrittrice e sceneggiatrice Francesca Serafini.

* * *

Le motivazioni del Comitato di Selezione

Davide Enia, Appunti per un naufragio, Sellerio (vincitore del SuperMondello  e Mondello Giovani)

«Il primo testimone, un sommozzatore, tra i tanti incontrati da Enia in questa ricognizione di Lampedusa, esige “Nessuna registrazione”. Enia scrive una storia orale temporanea, solo una serie di appunti per fermare qualcosa che un giorno saranno i veri protagonisti dei naufragi, o i loro posteri, a raccontare. Il merito di questo libro sta quindi nel fatto di riuscire a limitarsi, di rimanere un registratore empatico senza protagonismo. Davanti alle “domande smisurate” della Storia, Enia scopre – più che tracciare – delle linee guida che possono aiutarci a capire alcuni fatti fondamentali dell’umanità davanti al problema dei flussi migratori. Per esempio, che se difendersi dallo straniero è un istinto, salvare pure è un istinto e non necessariamente una risposta morale. Drammaturgo calato nella natura, nella geografia e nella Storia, Enia fa degli studi di personaggi a partire dalla lingua, e così riscatta il libro dalla semplice cronaca: tra l’italiano del continente, i vari dialetti siciliani, l’inglese broken o quello della cooperazione internazionale, Appunti per un naufragio onora la complessità del suo tema attraverso un uso non semplificante della lingua e dei registri».

 * * *

Michele Mari, Leggenda privata, Einaudi

«Nell’epoca dell’autobiografismo terra terra del selfie, Michele Mari scrive un memoir coatto per colpa di un’immaginaria Accademia dei Ciechi che dall’autore pretende più vita. Con tutta la sua opera Mari ha infatti cercato di dimostrare che il manierismo e l’influenza dei maestri sono alla base della letteratura e sembra consapevole e disposto a riflettere sulla propria orgogliosa inattualità. Per vendicarsi di aver accettato il compito cui lo costringono i tempi, Mari trasforma la vicenda di ormai oggettivo interesse storico della famiglia composta dal designer Enzo Mari, l’illustratrice Iela Mari e il bambino Michele in un incubo horror. Insieme, riesce a non rinunciare al ritratto di realismo sociale di due famiglie diversissime, quella povera e meridionale del padre e quella borghese cattolica della madre. Con quest’opera, originale perfino rispetto all’originalità cui ci ha abituati, Mari fa intravedere l’origine mitica della sua immaginazione e della sua lingua, creando, oltre il lessico famigliare, un lessico dell’unheimlich, della famiglia perturbante».

 * * *

Laura Pariani, di ferro e d’acciaio, NNE

«Fin dall’anno del suo esordio, Laura Pariani ha dato prova di un originale talento narrativo che, accanto al racconto di una identità e di una antropologia, ha assunto anche le manifestazioni di una lingua non comune e dal forte impianto espressivo-dialettale. Il mondo che ci ha narrato in questi anni e che oscilla tra le geografie di un’anima in perenne scoperta di senso, si compone di sentimenti che hanno il sapore della sofferenza, del dolore, della vita come sacrificio e come perenne conquista. In questo nuovo libro, di ferro e d’acciaio, Laura Pariani si confronta con il racconto evangelico della Passione, di cui riscrive gli esiti drammatici, l’epilogo misterioso e incerto, il tormento dei rapporti tra una madre e un figlio, alla luce non tanto di una verità prossima a rivelarsi, quanto di un inquieto abbandono al dramma di ciascun uomo come dramma della Storia intera».

 * * *

Alberto Casadei, Biologia della letteratura, il Saggiatore

«In Biologia della letteratura, Alberto Casadei sollecita il lettore a riflettere su diversi concetti che nella modernità, in àmbito artistico, richiedono risposte nuove. Di che cosa può parlare un’opera letteraria? Che cosa intendiamo oggi per classico? Quali sono gli elementi che determinano la creazione di un oggetto d’arte? Qual è il ruolo dello stile e della forma in tutto questo? Lungo il tracciato di questi interrogativi, ispirandosi al “Literary Cognitivism”, senza cedere mai a tentazioni oltranziste e sempre attento a considerare le ragioni della storia in equilibrio con quelle della biologia, Casadei ci mette a disposizione uno sguardo personale ed efficace che indaga le creazioni artistiche dei nostri anni, fornendo nuove chiavi d’interpretazione che si poggiano sul dominio solido e ampiamente documentato delle tradizioni critiche che lo precedono e da cui trae nutrimento, riuscendo efficacemente a fornire, nel suo dispiegarsi, una convincente mise en abyme del concetto stesso di inventio cui dedica ampio spazio della sua trattazione».

* * *

© Letteratitudine

LetteratitudineBlog / LetteratitudineNews / LetteratitudineRadio / LetteratitudineVideo

Seguici su Facebook e su Twitter