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L’ATTIMO PRIMA di Francesco Musolino

settembre 13, 2019

L’ATTIMO PRIMA di Francesco Musolino (Rizzoli): intervista all’autore

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di Massimo Maugeri

Conosco Francesco Musolino da tanti anni. Ho seguito il suo percorso di crescita nell’ambito del giornalismo culturale, ho condiviso il suo dolore per la perdita prematura del padre, l’ho incoraggiato per le sue battaglie contro il mal di testa cronico, mi sono complimentato con lui per la genesi del progetto @StoLeggendo su Twitter e ho sostenuto il suo desiderio di “farcela” senza perdere il contatto territoriale con i luoghi di origine.
Sapevo anche che stava lavorando a un romanzo e sapevo che dentro questo romanzo avrebbe messo molto di sè. E adesso che il libro ha visto la luce sono davvero felice di potermi ulteriormente congratulare con lui, condividendo la sua gioia. Si intitola “L’attimo prima“, lo pubblica Rizzoli e parte da una domanda: cosa succede quando la vita che hai sempre sognato svanisce l’attimo prima di diventare realtà?
A pag. 87 leggiamo: “L’attimo prima che tutto andasse come previsto si è inceppato un meccanismo perfetto. Un urlo, un tonfo. E siamo scivolati, rimasugli di cibo dentro il lavandino. Tutto cambia in un momento. Tutto era già cambiato in un lampo senza lasciarci il tempo di capire dove avevamo sbagliato“.
L’attimo prima solca la vita di Lorenzo, protagonista e voce narrante del romanzo. È un giovane messinese di venticinque anni, figlio di ristoratori; lavora in un’agenzia di viaggio ed è molto legato alla sorella Elena che avrà un ruolo chiave nel processo di crescita del giovane.
Nell’incipit del libro, Lorenzo, si rivolge direttamente al lettore: “Chiudete gli occhi. Lasciate andare la fantasia“, dice. “Concentratevi sul silenzio e rilassate le spalle. Dimenticate le tensioni, ignorate le scadenze. Chiudete tutto fuori. Ecco. Adesso immaginate un posto. Un resort nella campagna toscana, una spa sulle Alpi, una spiaggia solitaria in Sardegna, una villa privata a Ibiza o magari, uno chalet a Courchevel. Ci siete?
Io sono l’uomo che può portarvi lì, lontano dalla ressa e dal casino, con l’agio di svegliarsi in una camera d’albergo a 6 stelle, fra soffici lenzuola pregiate e il soffuso richiamo della natura. Aprirete gli occhi, per un attimo sarete solo voi stessi. Vi piace l’idea?

Essere solo sé stessi, però, non è mai facile. In fin dei conti non lo è per nessuno…

– Caro Francesco, bentrovato dall’ “altra parte della barricata”. Come ci si trova a essere recensiti e intervistati (anziché viceversa)?
È una grande emozione. La pubblicazione di un libro, adesso lo so, è un progetto complesso che richiede tanti passaggi necessari. Scrivi, scrivi, riscrivi, cancelli e poi riscrivi. Però sai cosa ti dico? Ne vale la pena. Sì, comincia una nuova avventura.

– Raccontaci qualcosa sulla genesi di questa tua opera d’esordio. Come nasce “L’attimo prima”?
Una sera stavo pensando ad una storia che mi girava in testa da un po’. C’era la trama ma non c’erano emozioni che invece erano assiepate su questa storia, in cui racconto di quel momento esatto in cui, la vita perfetta che hai sempre sognato, all’improvviso ti sfugge fra le dita. E tutto cambia per sempre, in un momento. A quel punto cosa fai? Ma non è un libro di caduta, piuttosto un ritorno alla luce, un’idea di rinascita.

– Cosa c’è di te in questo libro?
Tanto e poco, al contempo. Il nucleo emotivo e il senso della perdita sono profondamente miei. Questi concetti sono l’anima del libro. Ma non volevo fosse un libro ombelicale, cos’aveva il mio dolore di così speciale da poter diventare un esempio per gli altri? Ciascuno cura il proprio cuore come può. E così, ho sovrapposto una nuova storia, una sorta di sliding-door, una vita alternativa sotto il sole della Sicilia.

– Mi capita spesso di soffermarmi sulle epigrafi dei libri, poiché offrono una chiave di lettura del testo. Tu hai scelto di inserire, in apertura del romanzo, due citazioni. La prima è di Annie Ernaux (tratta da “Il posto”) e dice: “Ora è un altro tempo“. La seconda è di Anthony Bourdain (tratta da “Kitchen Confidential”) e dice “E alla fine, forse il cibo è alla base di tutto“.
Come le commenteresti?

La capacità di Annie Ernaux di raccontare e raccontarsi, senza veli e senza pudore, è esemplare. Una prosa lieve e potente che si scontra con quella funambolica, iperbolica, del compianto chef, Anthony Bourdain. Chiunque abbia vissuto l’attimo in cui un sogno diventa semplicemente impossibile, sa bene cosa significhi trovarsi in un tempo improvvisamente diverso. E anche Bourdain ha ragione. Il cibo è alla base di tutto. Cucinare per qualcuno, a mio avviso, significa prendersene cura e credo sia proprio questo l’amore.

image– Parlaci di Lorenzo, il protagonista della storia? Che tipo è? Come lo descriveresti ai nostri lettori?
Lorenzo è un giovane uomo. Figlio di genitori l’hanno cresciuto con amore, sotto il tavolo della cucina, al sicuro, fra sapori e ricette tradizionali. Il suo futuro sembra scritto, lavorerà ai fornelli, diventerà uno chef e a Milano, nella grande Milano. E poi accade qualcosa. Una domenica come tante, un urlo e un tonfo sulle note del Bolero. E tutto cambia in un istante. Lorenzo è un ragazzo impantanato a Messina in una vita che sente troppo stretta e al contempo, è incapace di ritrovare la voglia di provarci, di vivere. Anche a costo di sbagliare.

– Cosa puoi dirci su Carla, collega di Lorenzo all’agenzia di viaggi?
Carla è una donna che è costretta ad accettare un compromesso sul lavoro. È sotto gli occhi di Lorenzo eppure lui se ne accorge solo quando sceglie di ascoltare davvero. Capita fin troppo spesso no? Carla ci porta dentro l’agenzia di viaggi in cui Lorenzo si inventa un pacchetto, un’offerta molto particolare child-free. Al di là del lusso e della ricerca del silenzio, cosa significa tutto ciò? Cosa significa la scritta “In caso di incendio” che sta alle spalle di Lorenzo in agenzia? Come spesso accade nei libri che amo, anziché fornire risposte, pongo delle domande, vorrei ci fosse un dialogo con i lettori. E spero accada durante le presentazioni e sui social.

– Cosa significa per Lorenzo vivere in Sicilia?
La Sicilia è una grande protagonista. È femmina, è spigolosa, è madre e matrigna, crudele e magnifica. Cosa significa per noi siciliani vivere in una regione che per molti italiani e non solo, è solo un luogo ideale in cui andare in villeggiatura, una exit strategy? Molto spesso la Sicilia è ridotta dalle fiction o da certa narrativa, ad una cartolina, una piazzetta con la granita limone, fra belle ragazze e uomini pericolosi. Rompere il luogo comune era un mio obiettivo e per farlo scateno la natura, scuoto la terra. La Sicilia rimarrà sempre al centro del Mediterraneo, con i suoi pregi e le sue contraddizioni che ormai abbiamo interiorizzato.

– Cosa puoi dirci sul rapporto che lega Lorenzo a sua sorella Elena? Che influenza avrà questo legame, questo rapporto, sulla vita e sulla crescita personale del giovane?
Elena è cruciale. Elena è la sintesi dei miei due fratelli – io sono il terzo, il più “piccolo” – con qualche aggiunta e un po’ di fantasia. Elena rientra dall’Oriente, lascia la sua vita per tornare a casa, da Lorenzo. La sua prima azione sarà cruciale per scuoterlo. Da quel momento in poi il suo intento sarà quello di stanarlo, tirarlo fuori dalla comfort-zone per indurlo a lasciarsi andare e a vivere.

– Ci sono vari personaggi nel romanzo. Tra gli altri, nel corso della narrazione facciamo la conoscenza di Sveva. Ti andrebbe di parlarci un po’ di lei?
Sveva è una scossa. Sveva è una donna in carriera che ha scelto la passione anziché l’attesa dell’attimo. Altera e sicura della propria femminilità, ha compiuto degli sbagli – come tutti noi – ma ha saputo andare avanti.

– I ricordi sono fondamentali per la nostra identità. A volte ci offrono consolazione, altre volte ci piombano addosso con un effetto boomerang. “I ricordi facevano male ma avevo paura di dimenticare qualcosa e per scongiurare il pericolo continuavo a tendere, a sfrangiare i lembi della ferita” (da pag. 71). Come vive Lorenzo il suo personale rapporto con i ricordi?
I ricordi sono cruciali, hai ragione. Ricordarsi di ricordare, tendere i lembi, sentire quel dolore provocato dall’Assenza diventa quasi un’abitudine quotidiana, un atto necessario. Quando perdiamo qualcuno abbiamo sempre la tentazione di congelare ogni cosa, ogni gesto, ogni particolare pur di non perdere nulla. Così facendo procediamo con la schiena voltata anziché guardare in faccia l’orizzonte. Ma la vita corre avanti, se ne frega. E noi dobbiamo scegliere cosa fare: affrontare il mare aperto o rifugiarci fra gli scogli?

– In chiusura ti chiedo: come stai vivendo l’esperienza del tour di presentazione del romanzo?
Il tour è alle porte. Si parte da Milano – sarà un caso? – e poi PordenoneLegge, Roma e Torino. E ancora, la Sicilia. Mi accoglieranno libraie e librai che già ringrazio nelle ultime pagine. Perché prima di essere un autore e un giornalista, sono un lettore e senza le librerie avrei smarrito la via. Sono già emozionatissimo.

Grazie, caro Francesco. E adesso alziamo il volume del Bolero, al massimo.

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La scheda del romanzo
Cosa succede quando la vita che hai sempre sognato svanisce l’attimo prima di diventare realtà? Lorenzo è cresciuto a Messina, sotto il tavolo di legno del ristorante dei genitori. Desiderava una carriera da chef ma, all’improvviso, tutto è cambiato. Impantanato, sospeso e ancora immaturo, Lorenzo inizia a lavorare in un’agenzia di viaggi. Nel frattempo, mentre la neve scende sull’Etna, lui si rifugia in un cibo insipido e immagina le vite degli altri.Toccherà a sua sorella Elena stanarlo e praticare un kintsugi degli affetti, rimettendo insieme i cocci della sua esistenza. Il timore di dimenticare chi abbiamo amato non dev’essere una scusa per rinunciare a guardare l’orizzonte. Sperando che al momento giusto, al bivio cruciale, i leoni nel cuore ricomincino a ruggire.Francesco Musolino, attraverso i colori e i sapori della Sicilia, indaga con una prosa intima l’educazione all’età adulta. Quando restiamo immobili, indecisi se combattere, solo grazie a un autentico atto d’amore possiamo trovare il coraggio di crescere.

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Le date della prima parte del tour di presentazione del libro

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