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LA STAGIONE DELL’ANGELO di Rosalia Messina

febbraio 7, 2021

“La stagione dell’angelo” di Rosalia Messina (Chipiùneart edizioni): incontro con l’autrice

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Rosalia Messina, siciliana, vive a Bologna. È autrice di racconti, romanzi, testi teatrali e poesie. La stagione dell’angelo (Chipiùneart edizioni, dicembre 2020) è il suo ultimo romanzo. Abbiamo chiesto all’autrice di parlarcene.

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“L’idea di scrivere La stagione dell’angelo è nata dall’osservazione di situazioni di solitudine che accomunano i giovani e gli anziani”, ha detto Rosalia Messina a Letteratitudine. “La solitudine e i diversi modi di concepirla e di viverla, che possono cambiare non solo da un individuo all’altro, ma anche nel corso della vita di una stessa persona, sono temi che ho sempre trovato interessanti. Quando dico giovani mi riferisco a quegli adolescenti che non sono amati dal branco, che non si identificano in esso e che, nell’ambivalenza fra bisogno di distinguersi e desiderio di appartenenza, restano ai margini della vita che conducono i loro coetanei. Da queste riflessioni ha preso corpo Viola, una delle due voci che si alternano nel romanzo. Studentessa universitaria, a disagio con i ragazzi della sua età, reduce da una cocente delusione sentimentale, lontana ormai dal guscio protettivo familiare, anche se abita con la madre, Viola è in cerca di un’identità e di un baricentro. Mi è venuto naturale immaginare una possibilità di incontro fra la solitudine giovanile e la solitudine, forse statisticamente più frequente, di una persona anziana. Elisabetta, l’altra voce narrante, persa nella contemplazione delle macerie della sua vita familiare, stordita dagli psicofarmaci, brancola nella nebbia delle amnesie, ha pochissimi contatti con il mondo esterno e trascorre la maggior parte del tempo a rimuginare sui suoi rancori e sulle origini della sua solitudine. Siciliana, sente fortemente la nostalgia per una terra vagheggiata e idealizzata, dove tutto le sembra più bello, più giusto, più sano, anche i rapporti umani; lo sottolineo perché, per la prima volta, ho scelto di ambientare il romanzo a Bologna, la città in cui abito (felicemente, pur essendo anch’io un’emigrata) da alcuni anni. Da un occasionale primo contatto fra le due donne nasce una simpatia e, pian piano, fiorisce un dialogo, che, nel corso di quattro stagioni (dalla primavera all’estate successiva) le avvicina sempre di più. Viola, che sogna un futuro in mezzo ai libri, fa riscoprire a Elisabetta, donna semplice e non colta, il piacere di leggere poesia, come non le accadeva dai tempi della scuola, e le fa intravedere la possibilità di trovare nella poesia un linguaggio universale, uno strumento per decifrare i propri percorsi personali. Chi sia l’angelo del titolo, il cui ruolo nella storia è cruciale, lasciamolo scoprire ai lettori, perché in questa storia apparentemente semplice non mancano i colpi di scena”.

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Un brano estratto da “La stagione dell’angelo” di Rosalia Messina (Chipiùneart edizioni)

«Ormai è autunno. La vita nel condominio è tornata quella di sempre. Tutti i balconi si aprono e si chiudono, l’ascensore va su e giù, gli odori delle pietanze dai pianerottoli s’infilano dentro casa e chissà da quale piano arrivano. Si sentono le voci delle persone che conversano o litigano. La mamma dei gemelli, quella del secondo piano, ha ricominciato a chiamarli strillando, Matteeeeeeoooo, Pierpaaaaoloooo. Io faccio la solita vita, nessuno s’interessa dei fatti miei. Mi lasciano tutti in pace, non è come a casa mia, giù a Cassibile, dove se non ti vedono per mezza giornata vengono a bussare alla porta o a chiamarti dalla strada e vogliono sapere come stai.
«Chi fu? Chi succirìu?»
«Nenti.» Ogni risposta inizia con nenti, al paese mio; poi ci sono due possibilità. La prima è che non si abbia voglia di raccontare i fatti propri. Da noi non c’è bisogno di dire le cose papale papale, chi è venuto a cercare l’assente lo capisce subito da solo, senza bisogno di spiegazioni, che non è aria; e non insiste. Al massimo offre la propria disponibilità, casomai servisse qualcosa, e se ne va. Oppure, dopo questo primo nenti, inizia una lunga conversazione, magari da balcone o finestra o portone a marciapiede, oppure davanti a una tazza di caffè, perché da noi difficilmente si lascia qualcuno fuori casa, lo si fa entrare e c’è sempre una caffettiera pronta sul fornello.
Qui a Bologna puoi crepare fra le tue quattro mura e nessuno se ne accorge.  Io per fortuna ho mia sorella che bada a me.
Ora che fa fresco mi è tornata voglia di uscire. Non di pomeriggio, viene Grazia e mi devo far trovare a casa. Neppure di sera, il buio non mi piace. Di sera girano gli ubriaconi con la bottiglia in mano, ce ne sono tanti qui, di tutte le età; e mi fanno paura, parlano da soli e dicono cose scombinate, puzzano da morire e insomma, non sai mai cosa puoi aspettarti da chi non ci sta con la testa. E poi saranno pieni di pidocchi, che schifo. Di mattina è il momento migliore, c’è tanta vita per strada. Le donne che vanno in bici a fare la spesa, gli studenti che si spostano da chissà dove a chissà dove, qualche nonno che porta i nipoti al parco. Così ieri mi è venuta voglia di uscire e mi sono preparata.»

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La scheda del libro: “La stagione dell’angelo” di Rosalia Messina (Chipiùneart edizioni)

La stagione dell'angelo - Rosalia Messina - copertinaUn’anziana e solitaria signora che non ha più niente da chiedere alla vita. Una ragazza inquieta e in cerca di se stessa. Il caso, un foulard volato via da una finestra. Un condominio anonimo. Una grande città sempre in bilico tra indifferenza e solidarietà. Un legame improbabile che diventa un dono inatteso, uno scambio prezioso tra due donne alle prese con due differenti stagioni della vita. E un angelo senza ali. Un angelo dei tempi nostri, di quelli che suonano al citofono e picchiano sui vetri. Pur analizzando lucidamente il dramma della solitudine e dell’abbandono, Il nuovo romanzo di Rosalia Messina non rinuncia a trasmettere un messaggio di condivisione e di speranza.

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