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CONVERSARI di Alfonso Guida (poesia)

agosto 2, 2021

Conversari – Alfonso Guida“Conversari” di Alfonso Guida (‘round midnight)

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di Carlo di Francescantonio

Alfonso Guida, anche se non ama essere definito poeta, è tra i viventi uno dei Poeti più puri e alti d’Italia. È un Poeta antico, Guida, rappresentante del calore della sua terra nativa (la Basilicata) fatto lirismo interiore. E Conversari, uscito per ‘round midnight edizioni, è un’ulteriore conferma della ricerca ancestrale che Guida sta portando avanti dal suo lontano esordio. Il libro, riprende a quattro anni di distanza il canto interrotto con Luogo del sigillo, ultimo capitolo della cosiddetta “trilogia psichiatrica”, spostando l’attenzione su un altro livello, quello della conversazione, della confidenza, appunto. Ne nasce uno struggente e infinito monologo interiore, nel cui spazio sempre in divenire trovano posto l’infanzia del Poeta, la sua travagliata formazione e il ricordo delle più grandi Voci letterarie del Novecento. Ed è commovente, Guida, nei dialoghi spirituali che lo connettono in un sincrono perfetto con chi, a lui, ha dato linfa vitale. Sono pagine quelle di Coversari, dentro le quali il lettore attento respirerà figure delle Letteratura del Novecento come Amelia Rosselli, Dario Bellezza, Beppe Salvia e Anna Maria Ortese. Giuda li pensa, li sente, è in loro compagnia. È un caleidoscopio, Coversari, una lunga lettera a nessuno e a tutti. È il Canto del Poeta. Già dal meraviglioso incipit “11 Novembre. Non si riconosce l’ora dalla luce. Il balcone aperto. Sul parapetto è venuto un pettirosso. È fatto buio prima. C’è ancora qualche usignolo e dei grilli. Penso di aver trovato un nuovo modo di scrivere, la necessità che la penna diventi pietra, gesso, qualcosa che segni, che incida.”, si respira la ferma dichiarazioni d’intento di Guida: la necessità di un nuovo modo di scrivere, del posare la “prima pietra” di un nuovo capitolo sotto molti aspetti distante dal passato recente di sofferenza che è complice anche della nuova vita personale e letteraria di Guida. Alfonso, essere umano, scava e non ha nessun timore di incontrare pietre avverse o dolori emotivi, e dona con la grande saggezza di chi ha vissuto più di una vita. Dal suo eremo a San Mauro Forte crea connessioni con i versi, canta la lingua dell’assoluto, lucidamente e mai si ha l’impressione che sia stanco anche quando il ricordo del vissuto viene trascritto dettagliatamente e quindi rivissuto. Di Conversari, Opera così sconfinata, si potrebbe parlare per ore, stendere pagine e pagine di scritti critici, ma credo sia più importante consigliarne la lettura. Leggere questo canto è come essere accolti nella casa del Poeta, potersi sedere accanto a lui, sentirne dalla voce viva lo straordinario racconto di un’esistenza nelle altitudini della Poesia.

 

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Assaggi dalla silloge
Anch’io mi sono scavato una grotta.
Nel tempo.
Il passato è un modo di fingere, uno stare caustico, retrivo. L’ho ritrovato oggi.
Era il pensiero della villeggiatura in ospedale. Mi rifugiavo dove era più semplice.
In un lavoro che, nel male, non avrò che cesellato.
Mi ricordo dei ragazzi. Trascrivevano ierofanie. Riccardo disegnava una scarsella con un cervello bruciato. Ilaria, con l’anguria e la stagnola nel letto. Altri giungevano ubriachi. Si strillava. Gli infermieri, le fascette, il corpo in forma di croce, la distilleria delle sacche di sonnifero. Finivano tutti per addormentarci. Dopo sette giorni me ne tornavo. La sera passava, incontrastata, tra limoni e cedri, tra conifere e muschio quercino. Giungeva in un fango di alghe. Là il mare. Rosetta diceva che si era suicidata per cinque giorni. Era un rastrello a occuparsi delle nostre ossa temporali.
Aspetto un dono. Dirmi che sono stato cercato. Una pace rampicante che nascondeva il rientro dai campi. I pomeriggi d’estate. Si calcolava il deserto dalla nascita a una specie di morte fissa. Non rispondevo. La primaria mi parlava dei suoi lutti e di Anna Maria Ortese.

*

NEL DESERTO

I versi giungono dal fondo del globo, da un solstizio. Giunge un vessillo di corvi antelucani, il soppesarsi
dei beduini interrati
fischiando, smussando ai cammelli l’ago
di sete che orizzonta i viaggi, le oasi evitate
da uno scatto del capo. Sopportare ammucchiando, in pace. Lasci le tue orme dove nulla può essere visto.
Chi è passato attraverso il pensiero di quest’ora?
Superi i disegni e i recitativi. Tu affronti il morso,
l’unzione. Non rispondi. Né ieri né oggi.
È una stanza con due sedie e un anello nuziale.
Questo il dialetto, il ponte e la certezza reciproca.
Nutri l’incuria del caso. La sabbia
è fredda. Il vento ti porge un bastone e s’invortica.

*

Ieri mi è sembrato di essere uscito,
ma sono rimasto qui, dove aspetto.
È la descrizione di una sonnolenza coi suoi baratri.
Il ponte sta in piedi su una terra vacillante.
Tremo, rido, cerchiamo un passaggio. Ci si addentra.
La morte ha spalle esili. Non può portarci. Ecco, se ne va.
Ti accartocci la maglia. Entriamo per la prima volta in un amore che non è mai stato un carcere. I raggi non combattono la velocità dell’incontro. Svolti per un portone,
rasentando il muro, scompari appena
dopo il muraglione che si affaccia sulle colline e sui
tetti di ardesia delle grotte. Sono nelle tue mani,
conforme a te, possessore, ad altezza
del tuo frutto, in ginocchio.

 

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Alfonso Guida (1973) vive a San Mauro Forte.
Legato alle figure di Beppe Salvia, Dario Bellezza, Amelia Rosselli e Paul Celan, suoi testi sono apparsi, tra le altre, sulle riviste Poesia e Forum Italicum. Premi: Dario Bellezza per l’opera prima con la raccolta Il sogno, la follia, l’altra morte (1998); Montale con la plaquette Le spoglie divise [15 stanze per Rocco Scotellaro] (2002).
Pubblicazioni: per i tipi di Poiesis Il dono dell’occhio (2011) e Irpinia (2012); Ad ogni passo del sempre (Aragno, 2013); L’acqua al cervello è una foglia (LietoColle, 2014); Poesie per Tiziana (Il Ponte del Sale, 2015); Luogo del sigillo (Fallone Editore 2016); Ha inoltre pubblicato il diario in prosa “Diario del transito” disponibile in rete. Cura la rubrica “Golpe” per la rivista Avamposto. Varie le plaquette: Via Crucis, Note di terapia, Nous ne sommes pas les derniers.

 

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