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UN DIO TI GUARDA di Sandro Veronesi (recensione)

UN DIO TI GUARDA di Sandro Veronesi (La nave di Teseo)

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Oggi, 18 novembre 2016, h. 19, Sandro Veronesi (con Pietro Cheli) presenterà “Un dio ti guarda” a Bookcity Milano.
Sala Weil Weiss – Castello Sforzesco, Milano

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di Massimo Maugeri 

Le attività sportive sono dotate di elementi narrativi: hanno un inizio, uno sviluppo, un epilogo. Le storie che ne derivano possono essere ordinarie, in alcuni casi persino noiose. In altri, però, possono essere eccezionali, entusiasmanti. Epiche. Ed è proprio al concetto di epica dello sport che si ispira il nuovo libro di Sandro Veronesi: “Un dio ti guarda” (La nave di Teseo, pagg. 201, € 17). Dal calcio al tennis, dal basket al ciclismo, dall’atletica alla ginnastica, dal pattinaggio allo sci, non c’è attività sportiva che, in sé, non sia capace di offrire momenti epici meritevoli di essere narrati. Ed è così sin dai tempi delle “Olimpiche” di Pindaro che, peraltro, hanno ispirato la scelta del titolo (“Un Dio ti guarda e pensa ai tuoi disegni e se ne prende cura, Ierone”). Sandro Veronesi ci racconta alcune di queste epiche dello sport che, per una ragione o per l’altra, hanno interessato vari campioni: da Zoff a Lippi, da Cipollini a Tomba, da Federer a Michael Jordan, fino a Muhammad Alì (giusto per citarne alcuni). La parte finale del libro è corredata da interessanti interviste a Jury Chechi, Karen Putzer, Carmelo Bene e Alessandro Del Piero; mentre la chiusura coincide con un racconto firmato da Massimiliano Governi intitolato “Angeli calciatori”. L’apertura, invece, è affidata a una storia che ha a che fare con gli sport acquatici. «È una storia che meriterebbe un romanzo», dice Veronesi, «incentrata su Isabel Letham, una ragazza australiana che all’inizio del secolo scorso fu segnata da un’incontro fatale. Isabel viveva sulla spiaggia e, come molti suoi coetanei, era appassionata di sport acquatici. In quel momento – nonostante il pianeta non fosse connesso come adesso – tutte le tribù acquatiche del mondo avevano un idolo che era Duke Kahanamoku: campione olimpico hawaiano di nazionalità statunitense, primatista nel mondo dei 100 stile libero, nonché inventore di qualcosa che nessuno aveva osato fare fino ad allora; cioè, salire in piedi su una tavola e cavalcare le mitiche onde delle Hawaii». La notizia di questa forma alternativa di surf  giunge fino in Australia. Accade che un giorno dell’anno 1915 la giovane Isabel Letham trova Duke Kahanamoku proprio “sotto casa”, sulla sua spiaggia. Duke è lì per svolgere delle dimostrazioni di surf in piedi e ha bisogno di un assistente. Chi sceglie tra tutti i presenti? Proprio lei, la giovane Isabel. Leggi tutto…