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L’ENIGMA DELLA CAMERA 622 di Joël Dicker (recensione)

agosto 13, 2020

“L’enigma della camera 622” di Joël Dicker (La nave di Teseo – Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra)

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di Erika Di Giorgio

Joël Dicker non sbaglia un colpo. Dopo i grandissimi successi internazionali di “La verità sul caso Harry Quebert”, “Il libro dei Baltimore” e “La scomparsa di Stephanie Mailer”, il bestsellerista elvetico ci offre un’altra godibilissima e avvincente storia che ha già raggiunto le vette delle classifiche dei libri più venduti. Si intitola “L’enigma della camera 622” (La nave di Teseo – Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra) ed è un romanzo molto particolare anche per via della sua dedica: “Al mio editore, amico e maestro Bernard de Fallois (1926-2018). Che tutti gli scrittori del mondo possano conoscere un giorno un editore così eccezionale”.
Il fatto che Joël Dicker sia stato legatissimo al suo editore è dimostrato dalla scelta di evidenziare questo legame anche all’interno del romanzo. In premessa leggiamo quanto segue: “Cari lettori, prima che iniziate la lettura di questo romanzo voglio condividere con voi un pensiero commosso per il mio editore, Bernard de Fallois, che ci ha lasciato nel gennaio 2018. Bernard de Fallois aveva un eccezionale senso della letteratura. Questo libro gli deve molto. Così come i miei precedenti romanzi. Buona lettura”.
E nel capitolo uno leggiamo: “Bernard de Fallois era l’uomo a cui dovevo tutto. Il mio successo e la mia notorietà erano merito suo. Era grazie a lui se mi chiamavano “lo Scrittore”. Era grazie a lui se i miei libri venivano letti. Quando l’avevo incontrato, non ero neppure un autore pubblicato, e lui aveva fatto di me uno scrittore letto in tutto il mondo. Malgrado la sua aria di elegante patriarca, Bernard era stato una delle personalità più importanti dell’editoria francese. Per me fu un maestro e, soprattutto, nonostante i sessant’anni che ci separavano, un grande amico. Bernard era morto nel gennaio 2018, a novantun anni, e io avevo reagito alla sua morte come avrebbe fatto qualunque altro scrittore: mettendomi a scrivere un libro su di lui. Mi ci ero buttato anima e corpo, chiuso nello studio del mio appartamento al numero 13 di avenue Alfred-Bertrand, nel quartiere di Champel a Ginevra”.
E dunque la storia comincia con una cornice letteraria che vede come protagonista proprio lui, lo scrittore, il nostro Joël … che si ritrova a Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere dove, qualche anno prima, si era consumato un delitto all’interno della stanza 622. Nell’ambito di questa cornice lo scrittore incontra una donna che lo convince a indagare sul mistero che circonda la stanza in questione.
Nella parte iniziale del testo, peraltro, Joël offre ai suoi lettori un minicorso di scrittura di romanzi gialli. “Lei come trova le idee per i suoi romanzi?” gli chiede Scarlett (questa donna che, nel romanzo, svolge il ruolo di spalla dello scrittore/investigatore). “Spesso la gente pensa che per scrivere un romanzo si parta da un’idea. Invece una storia prende le mosse innanzitutto da una voglia” sostiene Joël, “quella di scrivere. Una voglia che si impadronisce di te e che niente può ostacolare, una voglia che ti allontana da tutto. Questo desiderio continuo di scrivere, io lo chiamo ‘la malattia degli scrittori’. Puoi avere la trama migliore del mondo, ma se non hai voglia di scrivere, non concluderai niente.”
E, a proposito di trama, segue una dritta a favore degli esordienti, i quali “pensano che una trama sia costituita da una serie di fatti messi assieme uno dopo l’altro. Immagini un personaggio, lo cali in una situazione e via di seguito.”
Sbagliatissimo. Il Joël Dicker personaggio di “L’enigma della camera 622” evidenzia il fatto che una trama deve essere fatta di domande. “Cominci a tradurre la sua trama in forma interrogativa”, dice a Scarlett (che gli aveva confidato l’idea per un romanzo che pensava di scrivere). “Per quale ragione una giovane sposa ammazza il marito la sera delle nozze? Chi è questa giovane sposa? Chi è suo marito? Qual è la loro storia di coppia? Perché si sono sposati? Dove si sono sposati?”
Queste sono domande legate al romanzo che pensava di scrivere Scarlett. Quando la donna convincerà Joël a investigare sull’enigma della camera 622, le domande saranno inevitabilmente altre. Perché al Palace de Verbier c’è una camera 621 bis al posto della 622? Cos’è successo all’interno della camera? E (una volta accertato che quindici anni prima si era consumato un omicidio) chi è stato ammazzato? E perché è stato ammazzato? E chi è l’assassino? E ancora: Joël e Scarlett riusciranno ad approdare alla verità? E poi? Cosa accadrà?
A queste domande troveranno risposta i lettori che si faranno catturare dal ritmo incalzante dell’enigma della camera 622. In questa sede non possiamo anticipare altro, se non le notizie offerte sulla bandella del libro. Ovvero che ci troviamo all’interno del mondo finanziario svizzero, nella patria delle banche, e che quindici anni prima nel Palace de Verbier, nell’ambito dell’annuale festa di questa importante banca d’affari di Ginevra che si appresta a nominare il nuovo presidente, avviene un omicidio all’interno della camera 622.
Il mistero rimarrà irrisolto per anni… fino a quando questa storia non incrocerà l’attenzione di Joël Dicker, scrittore e personaggio letterario, e quella del suo folto pubblico di lettori.

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La scheda del libro: “L’enigma della camera 622” di Joël Dicker (La nave di Teseo – Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra)

«L’enigma della camera 622 non è solo uno straordinario thriller sentimentale, costruito con un’abilità eccezionale che prende il lettore e non lo lascia fino all’ultima pagina. Non è solo un romanzo alla Joel Dicker. È tutto questo, ma Dicker, a ogni romanzo, rilancia. E questo romanzo è anche una riflessione sull’essere scrittori, sul rapporto tra scrittore ed editore. E Joel scrive pagine sulla figura dell’editore che ogni editore vorrebbe fossero riferite a sé.» – Elisabetta Sgarbi, direttore generale de La Nave di Teseo e Baldini+Castoldi

Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l’annuale festa di una importante banca d’affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente. La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l’intero mondo finanziario svizzero. L’inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l’omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità. Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.

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