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UNA VOLTA È ABBASTANZA di Giulia Ciarapica: intervista all’autrice

febbraio 5, 2021

“Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica (Rizzoli): intervista all’autrice

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di Eliana Camaioni

Una storia d’amore che nasce nell’immediato dopoguerra, un racconto corale che coinvolge due piccoli centri marchigiani, Sant’Elpidio e Casette d’Ete, in provincia di Fermo; un documento storico prezioso, nato da fonti orali ricche di dettagli, gesti, vite quotidiane che Giulia Ciarapica, nel suo “Una volta è abbastanza” (Rizzoli) trasforma in narrazione.
Dal profumo di colla di una bottega calzolaia, ai campi bagnati di pioggia, passando per feste di paese e amori rubati fra le mura di famiglie nobili, Giulia Ciarapica ci regala il primo romanzo di una trilogia annunciata, la storia di due sorelle, Annetta e Giuliana, che la sorte ha voluto si legassero allo stesso uomo. Con un finale che mozza il fiato, e lascia il lettore in attesa del sequel.

-La storia raccontata ha inizio con la fine della Guerra, è giugno 1945. Un passato prossimo che già la generazione dei nostri genitori, cresciuti nel boom economico e nell’american dream, ricorda a malapena. Un periodo che ha conosciuto la fame vera, e la necessità di rubare la frutta nei giardini. Proprio così ci presenti Annetta, una delle protagoniste del romanzo: donna senza paura, con un temperamento fuori dagli schemi, che riesce a gabbare un custode armato…
Una storia, come dici tu, che qualcuno oggi ricorda a malapena ma che i miei nonni, fino alla fine, hanno ricordato in modo vivissimo, tanto che me l’hanno raccontata e tramandata. Annetta è una donna audace, che vuole far parte della Storia a tutti i costi, andando in qualche occasione anche contro sé stessa. Lei è di sicuro una delle anime portanti del romanzo e dell’intera vicenda, l’outsider, colei che definirei “l’uomo e la donna della propria vita”, e anche per questo si troverà a soffrire, a scoprire un’esistenza sì piena e appagante ma, seppur in minima parte, monca.

-Annetta e Giuliana, due sorelle che sono – diremmo oggi – il giorno e la notte. E Valentino, che si troverà a legarsi alla seconda pur non dimenticando mai la prima. Quant’è vero che la vita è ciò che ci capita mentre stai facendo altri progetti!
L'immagine può contenere: 1 persona, occhiali e spazio al chiusoAndò proprio così, nei fatti. Mia nonna (Giuliana, appunto) mi ha sempre raccontato che Annetta, la sorella, per lungo tempo l’ha vista come “quella che mi ha rubato il fidanzato”, quando in realtà fra il fidanzamento di Annetta e Valentino e poi quello di Giuliana e Valentino passarono anni. Sono due donne profondamente diverse, certo, ma anche complementari. In comune hanno sicuramente la passione per la vita, sebbene la manifestino in modo diverso: Giuliana è un’analfabeta sentimentale, non sa riconoscere il bene e quindi fa fatica a darlo, mentre Annetta è una che prende a morsi tutto ciò che le capita sotto tiro – persone comprese – senza temere il giudizio di alcuno. Però entrambe sanno mettersi in gioco, affrontano il proprio destino a testa alta e immergono le mani nell’esistenza, fino in fondo, anche a costo di sbagliare. Valentino, invece, è il gallo nel pollaio, affascinato prima dalla vitalità di Annetta e poi dall’animalesca intraprendenza di Giuliana. È un uomo che la sa lunga e che sa anche raccontarla.

-Il lettore segue le vicende (che si separano, che si intrecciano) di Annetta e Giuliana, ma se dovessi definirlo direi che questo è a tutti gli effetti un romanzo corale. Non soltanto per la grande quantità di storie che lo percorrono (Rita e Mario, Enrichetta che sta male, la vita a casa Bigini e nella bottega di un calzolaio e molte altre): è la voce unita di un popolo in un comprensorio ben preciso della provincia di Fermo, una lente di ingrandimento curata nei dettagli, che regala al lettore uno spaccato di realtà, con uno sguardo affettuoso eppure lucido e puntuale. Quali sono le fonti da cui hai attinto? Fonti orali, racconti di antenati, o gli archivi storici di Casette d’Ete e Sant’Elpidio?
Per lo più fonti orali, ho analizzato con cura i ricordi tramandati dai miei nonni materni (che poi sono i protagonisti del romanzo, appunto) e mi sono fatta aiutare anche da mia madre per la ricostruzione di certi scenari dell’epoca, dalla metà degli anni Cinquanta in avanti. Devo dire che della vita, della quotidianità lavorativa di Casette d’Ete non ci sono grandi tracce negli archivi, è tutto ancora in mano alla tradizione orale, come fossimo nell’antica Grecia (sorriso).

-Il legame fra sorelle è probabilmente il vero pilastro attorno al quale ruotano le vicende raccontate. Quanto ti appartiene? Hai sorelle, fratelli, o semplicemente lo hai scelto a paradigma di amore indissolubile nonostante le prove della vita?
In realtà non ho fratelli né sorelle e sono una appagatissima figlia unica. Mi sono semplicemente ispirata alla realtà dei fatti per quanto concerne il rapporto di mia nonna con Annetta e le loro vicissitudini, e poi osservando mia madre, il legame con i suoi fratelli. Ho provato ad immedesimarmi anche se con qualche difficoltà, ammetto.

-Ti conosciamo tutti come bookinfluencer e giornalista, e finalmente ti leggiamo come scrittrice. Quali sono, se ci sono, i punti di tangenza fra le due strade? O piuttosto la tua vita è un fluire ininterrotto di narrazioni?
L’ultima opzione, direi. Sicuramente, l’attività di book influencer e collaboratrice giornalistica ha un ruolo specifico nella mia vita e tale è rimasto nel tempo, ma la dimensione nella quale mi sento più a mio agio è quella della scrittura a trecentosessanta gradi. Non sto dicendo che è quella che mi riesce meglio, per carità, ma è quella che, insieme alla critica letteraria, mi dà più gioia. In fondo, a me basta poter lavorare in primis con le parole, e poi con le storie, le mie e quelle degli altri.

-Se Giulia Ciarapica oggi dovesse intervistare Valentino, Annetta e Giuliana, cosa chiederebbe loro?
Un’unica domanda: è vero che “Una volta è (stata) abbastanza”? Giuliana, forse, direbbe di sì, ridendo e schernendosi un po’. Annetta griderebbe di No a gran voce, e Valentino rimarrebbe in silenzio, scuotendo la testa e chiedendomi: “Moschina, quando esce il secondo volume?”.

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La scheda del libro: “Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica (Rizzoli)

Una volta è abbastanza - Giulia Ciarapica - copertinaL’Italia è appena uscita dalla guerra. A Casette d’Ete, un borgo sperduto dell’entroterra marchigiano, la vita è scandita da albe silenziose e da tramonti che nessuno vede perché a quell’ora sono tutti nei laboratori ad attaccare suole, togliere chiodi, passare il mastice. A cucire scarpe.Annetta e Giuliana sono sorelle: tanto è eccentrica e spavalda la maggiore – capelli alla maschietta e rossetti vistosi, una che fiuta sempre l’occasione giusta – quanto è acerba e inesperta la minore, timorosa di uscire allo scoperto e allo stesso tempo inquieta come un cucciolo che scalpita nella tana, in attesa di scoprire il mondo. Nonostante siano così diverse, l’amore che le unisce è viscerale. A metterlo a dura prova però è Valentino: non supera il metro e sessantacinque, ha profondi occhi scuri e non si lascia mai intimidire. Attirato dall’esplosività di Annetta, finisce per innamorarsi e sposare Giuliana. Insieme si lanciano nell’industria calzaturiera, dirigendo una fabbrica destinata ad avere sempre più successo. Dopo anni, nonostante la guerra silenziosa tra Annetta e Giuliana continui, le due sorelle non sono mai riuscite a mettere a tacere la forza del loro legame, che urla e aggredisce lo stomaco.In queste pagine che scorrono veloci come solo nei migliori romanzi, Giulia Ciarapica ci apre le porte di una comunità della provincia profonda: tra quelle colline si combatte per il riscatto e tutti lottano per un futuro diverso. Non sanno dove li porterà, ma hanno bisogno di credere e di andare.

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Giulia Ciarapica è blogger culturale. Scrive sul “Foglio” e sul “Messaggero”. Ha pubblicato Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché. Questo è il suo primo romanzo.

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