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Premio Racalmare-Leonardo Sciascia Città di Grotte 2021: vince Giosuè Calaciura con “Io sono Gesù” (Sellerio)

novembre 1, 2021

È Giosuè Calaciura con “Io sono Gesù” (Sellerio), il vincitore del Premio Racalmare-Leonardo Sciascia Città di Grotte 2021

Premio speciale alla carriera è andato a Roberto Andò, “il cui compasso di interessi comprende non solo la letteratura, ma anche il cinema e il mondo della drammaturgia”.

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La Commissione, presieduta dal critico letterario Salvatore Ferlita, aveva selezionato i seguenti tre scrittori finalisti al Premio Racalmare-Leonardo Sciascia Città di Grotte 2021: Giosuè Calaciura con “Io sono Gesù” (Sellerio); Stefania Auci con “L’inverno dei leoni” (Editrice Nord) e Andrea Apollonio con “I pascoli di carta” (Rubbettino). Si tratta di una terna composta da due scrittori siciliani ai quali si affianca un romanziere che in qualche modo è isolano d’adozione, dal momento che è sostituto procuratore della Repubblica a Patti, in provincia di Messina.
Salvatore Ferlita, presidente onorario del premio, aveva commentato: “Anche quest’anno la terna individuata contempla opere diverse per scrittura, per generi, ma che sono accomunate da una ricerca stilistica molto personale e da un rovello che può avere a che fare ora con la grande Storia e quella personale, famigliare, che si sostanzia in una saga abbagliante e insieme tragica”.

Il vincitore è stato Giosuè Calaciura con “Io sono Gesù” (Sellerio), già vincitore del Premio Stresa di Narrativa 2021.

Premio speciale a Roberto Andò, che negli ultimi anni si è imposto grazie al suo talento poliedrico, muovendosi su percorsi diversi, dalla letteratura al cinema e al teatro.

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La scheda del libro vincitore: “Io sono Gesù” di Giosuè Calaciura (Sellerio)

imageUn giovanissimo viandante in un cammino pieno di sorprese, passioni e tradimenti, dolcezza e violenza. È il Gesù di Calaciura. Strutturato quasi come un feuilleton o una serie televisiva, punteggiato di colpi di scena, innervato da una tensione costante, nel suo nuovo romanzo l’autore reinventa una delle storie più grandi mai raccontate.

Un irrequieto adolescente fugge dalla madre, dagli obblighi quotidiani, dal villaggio povero e opprimente, e si mette alla ricerca del padre. In realtà insegue il suo passato, la comprensione del mistero della sua nascita, degli enigmi della sua infanzia, perché la madre è silente, forse non ricorda, o forse non vuole parlare. Solo il padre potrebbe fare il miracolo di restituirgli la memoria. Ma il padre non c’è più, ha abbandonato la famiglia. Il nome di quel ragazzo è Gesù, Maria e Giuseppe i genitori, Nazaret e la Galilea lo spazio delle sue avventure, del suo bisogno di amore, del dolore e della timidezza che sempre lo accompagnano. E il Gesù di Calaciura è un giovanissimo viandante in un cammino pieno di sorprese, passioni e tradimenti, dolcezza e violenza. Attorno a lui uomini e donne che sono figli di una terra con leggi spietate, il feroce dominio romano con la sua inarrivabile macchina bellica e governati va, l’autorità religiosa e morale dei sacerdoti, l’arroganza e lo sfarzo dei ricchi, la brutalità di chi si pone al di fuori della società e depreda i più deboli, la disperazione di chi non trova nemmeno un’oliva per nutrirsi o una pozza per dissetarsi. È un tempo inquieto, stravolto da cambiamenti profondi, il nuovo e il vecchio, l’antico e il moderno collidono e si sgretolano, nessuno più di un ragazzo tormentato dal desiderio e dall’ansia del futuro è capace di avvertire il battito sotterraneo di una rivoluzione in arrivo. Di cui, senza davvero volerlo, sarà protagonista. Strutturato quasi come un feuilleton, punteggiato di colpi di scena, innervato da una tensione costante, il romanzo di Calaciura racchiude in sé l’impeto dell’avventura e dell’epica, l’intrigo familiare, la paranoia del sospetto, la tensione del mistero irrisolvibile. Vi si ritrovano molti dei suoi temi: l’infanzia e la difficoltà di crescere, l’innocenza delle creature più fragili, la miseria morale degli adulti, l’irruenza dell’eros. Ma qui si radicalizzano, fino al punto di contaminare e reinventare una delle storie più grandi mai raccontate.

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Giosuè Calaciura è nato a Palermo nel 1960. Giornalista, collabora con Rai Radio3, scrive per quotidiani e riviste. I suoi racconti sono apparsi in diverse raccolte, tra queste Disertori (Einaudi, 2001), curata da Giovanna De Angelis, e Luna nuova. Nuovi scrittori dal Sud (Argo, 1997), a cura di Goffredo Fofi. Tradotto all’estero, ha pubblicato i romanzi: Malacarne (1998), Sgobbo, Premio Selezione Campiello (2002), La figlia perduta. La favola dello slum (2005), Urbi et Orbi(2006) La penitenza (2016), e il saggio Pantelleria, l’ultima isola (2016). Con questa casa editrice Bambini e altri animali (2013), Borgo Vecchio (2017), Il tram di Natale (2018) e Io sono Gesù (2021).

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