LA PRIMA VERITÀ di Simona Vinci (Einaudi Stile Libero Big): romanzo vincitore del Premio Campiello 2016
di Massimo Maugeri
«Credo che nei luoghi dove accadono eventi spiacevoli si conservi un’energia particolare. I luoghi hanno memoria di ciò che accade». Parola di Simona Vinci, vincitrice dell’edizione 2016 del Premio Campiello con il suo nuovo bellissimo romanzo intitolato “La prima verità” (Einaudi Stile Libero Big, p. 408, € 20).
Immaginate questo luogo: un’isola lager, un carnaio dove sono state depositate persone considerate come scarti umani, un posto dove sono stati deportati intellettuali dissidenti e oppositori politici insieme ai malati di mente. Immaginate che questo luogo esista davvero e che rappresenti una delle colpe più vergognose di cui l’Europa si sia macchiata. Questo luogo oggi ritorna a noi, e alla nostra consapevolezza, attraverso una mirabile narrazione.
C’è questa frase che trovo di una potenza evocativa molto intensa: “Ogni storia è una storia di fantasmi, e questa non fa eccezione”. «Può essere intesa in tanti modi», dice Simona Vinci. «Se racconti una storia che riguarda persone che non ci sono più, puoi evocare le loro presenze. Ed è come se fossero fantasmi. Se inventi personaggi, in qualche modo prendono corpo, prima nella mente e nella fantasia dello scrittore e poi in quelle di chi ti leggerà. In un certo senso sono anch’essi fantasmi».
I fantasmi, anche quelli nati in forma di personaggi letterari, cercano sempre dei medium a cui affidarsi. Quando hanno incontrato Simona Vinci, non l’hanno più mollata. Era in cerca di una storia, Simona. E stava svolgendo ricerche online su siti che si occupano di psichiatria. A un certo punto, all’interno di un forum, si imbatte in un intervento anonimo incentrato sull’isola di Leros e sullo scandalo di questo istituto lager creato in Grecia dal regime dei Colonnelli alla fine degli anni Cinquanta. È una testimonianza molto dolente, cruda, emotiva. Una di quelle che lascia il segno. È il racconto di un volontario (che si firma con uno pseudonimo) testimone di questa follia che avrebbe dato origine a un vero e proprio disastro umanitario a cui poi, negli anni a venire, si sarebbe cercato in qualche modo di porre rimedio. Simona rimane colpita, folgorata. Decide di partire alla volta di Leros. Ci andrà una prima volta, per poi tornarci ancora. La accompagneranno le suggestioni delle fotografie di Antonella Pizzamiglio, trasformate poi in materiale narrativo.
È così che nasce “La prima verità” di Simona Vinci: romanzo incoronato un paio di settimane fa con l’alloro letterario tra i più prestigiosi e che farà parlare di sé anche negli anni a venire. Un libro dove risiedono tutti gli interessi letterari dell’autrice (dal memoir al romanzo storico, dal reportage alla poesia) legati da un filo narrativo che tiene agganciato il lettore dalla prima all’ultima pagina.
La protagonista, Angela, è una giovane donna che si sta laureando con una tesi sui diritti umani. Quando scopre la storia dello scandalo di Leros (siamo agli inizi degli anni Novanta) decide di partire come volontaria senza sapere quale esperienza si troverà a dover fronteggiare. La storia si sviluppa, si creano personaggi (tra cui il poeta Stefanos: nome scelto in omaggio all’amico scomparso Stefano Tassinari), nascono fantasmi. Leggi tutto…