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FILOSOFI IN LIBERTÀ di Umberto Eco (La nave di Teseo) – un estratto

gennaio 5, 2022

In occasione dei novant’anni dalla nascita di Umberto Eco, per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo un brano estratto della nuova edizione di Filosofi in libertà di Umberto Eco (La nave di Teseo), uscito in occasione della suddetta ricorrenza

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Filosofi in libertà è il clamoroso esordio (1958) di Umberto Eco nel campo, da lui stesso definito, della saggistica leggera. Un piccolo Bignami, si potrebbe dire, della storia della filosofia in forma di filastrocca, un genere assai familiare fin dall’infanzia di Eco, assiduo lettore del “Corriere dei Piccoli”. Ai testi si accompagnano talvolta delle argute, sapide vignette dell’autore, in armonia con il costume satirico espresso da testate come “Candido” e “Il Travaso”. Pubblicato in tiratura numerata di 500 copie, esce firmato con lo pseudonimo joyciano Dedalus, anche per il rischio di compromettere la carriera accademica del giovane Eco.
Questa nuova edizione è integrata dalla sezione Scrittori in libertà, dedicata a Proust, Joyce e Thomas Mann, tra i prediletti dell’autore.

 

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Un “assaggio” di Filosofi in libertà di Umberto Eco (La nave di Teseo)

 

Immagine da LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri)

 

Nota dell’autore

Milano, 5 gennaio 1992

A generale richiesta mi permetto di ripubblicare Filosofi in libertà, la cui storia è la seguente. Le vignette sulla storia della filosofia erano state fatte, in quantità dieci volte maggiore, nel corso di alcuni convegni all’università di Torino. Incoraggiato dalla risposta del mondo scientifico avevo poi aggiunto le filastrocche, che erano state lette nei bar di piazza San Marco nel settembre 1958 durante il Congresso Internazionale di Filosofia a Venezia, di fronte a un uditorio composto dalle più belle menti filosofiche del nostro paese – più alcuni stranieri italofoni. Marianne Abbagnano, che dirigeva le edizioni Taylor, aveva voluto pubblicarle, ed erano apparse (sotto lo pseudonimo joyciano di Dedalus) in un piccolo volumetto rilegato in tela rossa nel 1958, in edizione limitata in 500 esemplari numerati da 1 a 500 e 50 esemplari fuori commercio numerati da I a L. Una seconda edizione di 500 esemplari, in tela azzurra, era apparsa nel 1959, ma questa edizione dovrebbe aver avuto una ristampa successiva, perché ho in archivio anche una copia rilegata in finta pelle rossa. Non so bene, la mia copia in tela azzurra mi è stata regalata da un amico che l’aveva trovata su una bancarella.
Divenuto pezzo d’antiquariato, il libretto è stato ripubblicato, nel 1989, in edizione anastatica di 300 copie non venali dalla libreria L’Aleph.
So di persone che hanno persino usato questo libretto per preparare l’esame di maturità (il che, se non va a lode dell’opera, va almeno a disdoro di questa istituzione inquisitoriale). Ma, in breve, molti mi assillavano per ritrovare questo testo scomparso, e vari editori mi avevano già proposto di rieditarlo. Eccolo qua. Ho solo corretto due errori di stampa dell’edizione originale che alteravano la metrica, e ho chiamato “catalano” Raimondo Lullo, che a quei tempi chiamavo “spagnolo”, non credo per ignoranza, ma per la minore sensibilità che negli anni cinquanta si aveva nei confronti delle rivendicazioni etnico-linguistiche. In compenso un signore mi ha recentemente ricordato l’attualità del finale dedicato a Marx.
Sulla scia dei filosofi in libertà avevo in seguito pubblicato sul Verri (2, 1961) i pezzi dedicati a Proust e a Mann, a cui recentemente, per completare una triade di autori a me cari, ho aggiunto Joyce.
Le altre filastrocche sono state scritte in epoche diverse, quasi sempre durante convegni noiosissimi, e sono inedite, salvo l’inno sacro manzoniano che era apparso su Alfabeta (56, 1984). La scelta è minima, perché il corpus è assai più ampio, ma nella maggior parte dei casi i riferimenti erano troppo ermetici e destinati agli happy few. Vorrei solo ricordare i 100 proverbi strutturalisti composti con Tullio De Mauro nel 1968, credo, e poi pubblicati sul Caffè di Vicari sotto il nome di Anonimo Ginevrino.
Quanto alle chansons à boire, ho rinunciato a pubblicare, perché troppo lunghe, e perché richiedono una conoscenza approfondita di molte melodie ormai dimenticate, una Storia sacra e una Storia della Rivoluzione d’Ottobre. La prima terminava con Questo ragazzo della Via Crux, da cantarsi con la voce di Adriano Celentano, e la seconda con Alienazione (sull’aria di Arrivederci), da cantarsi con la voce di Marino Barreto Junior.
L’alto ideale etico che ha dominato ciascuna di queste esercitazioni conviviali è sempre stato quello di una assoluta correttezza scientifica. …

 

Immagine da LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri)

I presocratici

Nei dì che gli Argivi
vivevan beati
correndo giulivi
per boschi e per prati,
alcuni messeri
con tono profondo
si chiesero seri:
“Di che è fatto il mondo?”

Un tal di Mileto
chiamato Talete
con tono faceto:
“Se non lo sapete
vi mostrerò tosto
– si mise a affermare –
che il mondo è composto
con l’acqua del mare!”

Al che Anassimandro
mandavagli a dire:
“Ma con lo scafandro
si vada a vestire.
Perbacco, al postutto
mi par più compito
a base del tutto
pensar l’Infinito!”

Al che Anassimene
per farla più varia
con subdole mene
pensò pure all’aria.
Ma Empedocle allora,
passando, per gioco,
gridò: “Alla buon’ora!”
e aggiunse anche il fuoco.

(continua …)

(Riproduzione riservata)

© La nave di Teseo

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umberto-ecoUmberto Eco (Alessandria 1932 − Milano 2016), filosofo, medievista, semiologo, massmediologo, ha esordito nella narrativa nel 1980 con Il nome della rosa (premio Strega 1981), seguito da Il pendolo di Foucault (1988), L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015). Tra le sue numerose opere di saggistica (accademica e non) si ricordano: Trattato di semiotica generale (1975), I limiti dell’interpretazione (1990), Kant e l’ornitorinco (1997), Dall’albero al labirinto (2007), Pape Satàn aleppe (2016) e Il fascismo eterno (2018). Ha pubblicato i volumi illustrati Storia della Bellezza (2004), Storia della Bruttezza (2007), Vertigine della lista (2009), Storia delle terre e dei luoghi leggendari (2013) e Sulle spalle dei giganti (2017).

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