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LE NOTTI DELLA PESTE di Orhan Pamuk (Einaudi) – recensione

dicembre 12, 2022

Le notti della peste - Orhan Pamuk - copertina“Le notti della peste” di Orhan Pamuk (Einaudi)

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di Erika Di Giorgio

Il nuovo romanzo di Orhan Pamuk “Le notti della peste” (Einaudi) rientra a pieno titolo tra i capolavori della narrativa mondiale che, in un modo o nell’altro, si sono occupati di contagi, epidemie, pandemie: da “La peste” di Camus a “I promessi sposi” di Manzoni, da “Cecità” di Saramago a “L’amore ai tempi del colera” di Márquez.
Magistralmente tradotto da Barbara La Rosa Salim, la nuova opera dello scrittore turco – Premio Nobel per la Letteratura nell’anno 2006 con la seguente motivazione “nel ricercare l’anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture” – giunge a noi in un momento storico perfettamente calzante, dato che la pandemia da Covid-19 esplosa nel 2020 continua a manifestare ancora oggi i suoi effetti.
Eppure lo scrittore turco ha dichiarato che non si tratta di un romanzo ispirato dal Covid. D’altro canto è difficile immaginare che un’opera così sontuosa e cospicua (siamo sulle 720 pagine), che segue il flusso narrativo prorompente e virtuosamente dilagante a cui ci ha abituati Pamuk, sia stato scritto nel giro di pochi mesi. Si tratta, invece, di un’opera – stante alle dichiarazioni dell’autore – che ha visto la sua genesi diversi anni prima della pandemia da Covid-19. Dal punto di vista editoriale tale circostanza può essere considerata alla stregua di una fortunata coincidenza, dato che il nuovo romanzo di Pamuk offre comunque a noi lettori una metafora potente della pandemia che ci ha colpito a partire dal 2020 con tutto il suo carico di tensioni sociali, culturali e internazionali; tensioni che abbiamo vissuto sulla nostra pelle e che vediamo traslate in questa storia ambientata all’interno di una immaginaria isola dell’Egeo agli inizi del Novecento. Un libro, “Le notti della peste”, che unisce al suo interno le caratteristiche del romanzo storico, quelle del poliziesco e quelle del romanzo allegorico; il tutto sullo sfondo di una impalcatura narrativa tipica dei grandi romanzi sociali.
Nella tranquilla e affascinante isola di Mingher, situata nel Mediterraneo orientale tra Creta e Cipro, in gran parte cristiana ortodossa (dove cristiani e musulmani vivono pacificamente), nell’anno 1901, comincia a dilagare la peste bubbonica portata sulle sue coste dai pellegrini musulmani di ritorno dalla Mecca e da Alessandria durante il tardo periodo ottomano, ai tempi del sultano Abdul Hamid II. Viene inviato sull’isola uno specialista in epidemie, il dottor Bonowaski, il cui corpo però – dopo qualche tempo – sarà misteriosamente ritrovato senza vita. In seguito il Sultano invia sull’isola un altro specialista in epidemie e quarantene, ma la situazione sembra sfuggire di mano, mentre – a causa dei risvolti della malattia che si allarga inesorabilmente – aumentano le tensioni tra cristiani, musulmani, greci, turchi ottomani.
Nel frattempo, i governanti dell’isola fanno di tutto per occultare la notizia del dilagare della peste e provano a eludere gli ordini del Sultano, sebbene l’aumento dei decessi non possa essere nascosto. Aumentano quindi le restrizioni e le tensioni, tra il fatalismo musulmano e l’incalzare della scienza medica, tra nazionalismo e cosmopolitismo, tra paura e potere, fede e ragione, modernità e tradizione.
Un’ulteriore grande prova narrativa che conferma Orhan Pamuk come uno dei più grandi romanzieri viventi.

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La scheda del libro: “Le notti della peste” di Orhan Pamuk (Einaudi)

Nell’aprile del 1901 un piroscafo si avvicina silenzioso all’isola di Mingher, «perla del Mediterraneo orientale». Dall’imbarcazione scendono due persone: il dottor Bonkowski – il maggior specialista di malattie infettive dell’Impero ottomano – e il suo assistente. Bonkowski è lí per conto del sultano: deve indagare su un nemico invisibile ma mortale, che rischia di mettere in ginocchio un Impero già da molti definito il «grande malato d’Europa» e innescare cosí una reazione a catena nei delicatissimi equilibri continentali. Sull’isola di Mingher, si dice, c’è la peste. Il morbo viene rapidamente confermato, ma imporre le corrette misure sanitarie rappresenta la vera sfida, soprattutto quando le esigenze della scienza e della medicina piú nuova si scontrano con le credenze religiose. In quest’isola multiculturale dove musulmani e cristiani ortodossi cercano di convivere pacificamente, la malattia funge da acceleratore delle tensioni sociali e non solo: poco dopo aver parlato con il governatore e chiesto che venga imposta la quarantena, il corpo del dottor Bonkowski viene trovato senza vita in un vicolo.
In un drammatico crescendo la peste dilaga, spingendo le autorità a rafforzare le misure di contenimento: queste però aumentano le frizioni tra le varie identità dell’isola (e dell’Impero), tra chi le asseconda e chi nega l’esistenza stessa della malattia, o l’efficacia della quarantena, gettando la comunità nelle tenebre di una notte non soltanto sanitaria.
Le notti della peste è un’opera-mondo grandiosa, universale, attraversata da echi di Tolstoj, di Manzoni, del Conrad di Nostromo, di Camus. Romanzo storico e allegorico (tra le righe si legge la deriva di ogni nazionalismo verso l’autocrazia dell’uomo forte), brulicante di personaggi e di storie, di guerre, amori e immortali tensioni etiche. In cui il particolare – le esistenze dei singoli individui travolti dalla Storia – si apre all’universale – il rapporto tra paura e potere, tra vita e destini generali, tra fede e ragione, tra modernità e tradizione.

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Orhan Pamuk è nato nel 1952 a Istanbul. Nel 2006 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Tra i suoi libri, tutti pubblicati da Einaudi, ricordiamo: Il castello bianco, La nuova vita, Il mio nome è rosso, Neve, La casa del silenzio, Istanbul (anche in edizione illustrata nel 2017), Il libro nero, La valigia di mio padre, Il Museo dell’innocenza, Altri colori, Il Signor Cevdet e i suoi figli, Romanzieri ingenui e sentimentali, L’innocenza degli oggetti, La stranezza che ho nella testa, La donna dai capelli rossi e Le notti della peste.

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