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ROMANO DE MARCO racconta L’UOMO DI CASA

febbraio 4, 2017

ROMANO DE MARCO racconta il suo romanzo L’UOMO DI CASA (Piemme)

Il primo capitolo del libro è disponibile qui

di Romano De Marco

L’idea di scrivere questo romanzo mi venne a Courmayeur, nel dicembre 2014, durante il Noir festival. Assistevo a una presentazione dell’ultimo thriller di Jeffrey Deaver, da parte di Gianrico Carofiglio che, a un certo punto, disse: “Esistono tre regole fondamentali per scrivere un romanzo di grande successo. Il problema è che nessuno le conosce.” Quella brillante citazione (non ricordo di quale altro autore) mi diede da pensare a lungo. La domanda che mi posi fu “Esistono o no le regole per il successo nel campo editoriale?”. La mia risposta è che sì, esistono, ma cambiano nel tempo e per funzionare devono comunque passare attraverso una serie di variabili molto complicate. Detto ciò, mi dissi che sarebbe valsa comunque la pena di provarci. La missione da quel momento fu: provare a scrivere un romanzo di successo!
Una quarta regola la introdussi subito io, in piena autonomia: deve restare invariato, per me, il piacere dello scrivere. Deve comunque trattarsi di una storia nelle mie corde, che mi appassioni e che mi ispirerebbe anche come lettore.
Assodato ciò, iniziai la ricerca delle tre fatidiche regole, quelle valide nel preciso “momento editoriale”, sperando che non cambiassero troppo in fretta. Ritenni di averle individuate in:
REGOLA 1 – Raccontare una storia che parli di sentimenti, con personaggi messi a nudo su situazioni e sensazioni che possano creare empatia nei lettori. I lettori vogliono sentimento! Vogliono immedesimarsi, fare il tifo, gioire e soffrire insieme ai protagonisti della vicenda.
REGOLA 2 – Deve essere un thriller. Il momento di grande successo del noir, in Italia, è passato. Ovviamente parlo del noir vero, non della miriade di scialbi gialletti che vengono presentati giornalmente come tali. No, la verità è che, in Italia, questo è il momento della rinascita del thriller. A parte il successo di Harry Quebert e delle varie ragazze del treno, del parco ecc., ci sono anche ottimi autori nostrani che hanno fatto registrare, di recente, veri e propri exploit e grandi vendite in patria e all’estero. Parlo di Mirko Zilhay, Luca D’Andrea… senza contare grandi maestri convertitisi al Thriller come Massimo Carlotto e Sandrone Dazieri. E poi le certezze del genere come Carrisi e il compianto Faletti, che continuano a spopolare. Insomma: che thriller sia!
REGOLA 3 – Occhio alla tensione narrativa. È un ingrediente che cattura sempre: affascina, intriga, convince. Qualche tempo fa lessi un romanzo di 700 e passa pagine che non mi piacque per niente e che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Lo lessi in tre giorni, senza particolare fatica, solo perché l’autore ha saputo imprimere alla vicenda un gran ritmo, che invoglia ad andare avanti, a voltare pagina, insomma a cercare di scoprire “come andrà a finire”.
Tutto qui, le mie tre regole erano individuate. A questo punto toccava dare un netto segno di discontinuità con le mie cose precedenti, per lo più polizieschi neri ambientati nelle metropoli italiane. Ed è qui che mi è tornata utile una sorella che vive negli Stati Uniti e che vado a trovare tutti gli anni… Mi ha permesso di cambiare scenario, di ambientare il romanzo nei dintorni di Washington DC. E poi i personaggi. A me, non lo nego, piacciono gli eroi, soprattutto i super-eroi. Beh, in questo romanzo non dovevano essercene! Persone normali, quindi, pochissima polizia e , come protagonista, una donna. Una donna qualsiasi, non una sorta di Lara Croft…
Per tratteggiarne meglio il carattere, feci anche leggere la prima stesura del romanzo a un gruppo di lettura tutto al femminile (Falling Book, diretto da Samanta Picciaiola) prendendo avidamente nota di ogni segnalazione utile a migliorare il carattere e la psicologia di Sandra Morrison, la mia protagonista.
Insomma, quattro mesi di scrittura, quattro di editing con la mia amica e consulente Chiara Beretta Mazzotta ed il romanzo era pronto. Ebbi parecchi rifiuti da editori importanti prima dell’ok della casa editrice che, manco a farlo apposta, è quella italiana più specializzata in thriller anglosassoni : PIEMME (non per nulla pubblica Connelly e ha pubblicato La ragazza del treno). E già la prima delle variabili complicate di cui sopra (che, in sostanza, sono regole di secondo livello…) si era incastrata bene. La seconda è quella che riguarda la promozione. Sarà sufficiente il solito massacrante tour nelle librerie di tutta Italia? Qualche giornalista che fa tendenza leggerà il romanzo e deciderà di parlarne? Scatterà il passaparola? La terza, e più importante, è la reazione dei lettori: piacerà il romanzo? La storia è interessante? Colpisce? Cattura? Ecco, quest’ultima variabile è la più complicata… Diciamo che è anche quella fondamentale. Beh, alla fine, io quello che dovevo fare credo di averlo fatto. Magari di regola non ne ho azzeccata nemmeno una, ma è stato comunque bello provarci. E poter passare a scrivere un altro romanzo, stavolta senza il cruccio di stare a seguire troppo le regole…

(Riproduzione riservata)

© Romano De Marco

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Il libro
La vita perfetta di Sandra Morrison è andata in pezzi il giorno in cui Alan, suo marito, è stato ritrovato morto in uno squallido parcheggio. Era seduto nella sua auto, con la gola tagliata e i pantaloni calati. La polizia non ha dubbi: un banale caso di omicidio a scopo di rapina, probabilmente un incontro finito male con una prostituta. Per Sandra, è come essere precipitata in un incubo: ora è rimasta sola nella bella casa di Bobbyber Drive, a occuparsi della figlia adolescente ferita e arrabbiata e a rimettere insieme i pezzi di un puzzle senza senso. Chi era l’uomo con cui ha condiviso vent’anni? Un irreprensibile uomo di casa, marito e padre amorevole, stimato professionista? Oppure un ipocrita dalla doppia vita?
E la situazione peggiora quando Sandra scopre che, all’insaputa di tutti, Alan stava indagando da tempo su un caso di cronaca nera rimasto irrisolto trent’anni prima: il rapimento e l’uccisione di sei bambini a Richmond, Virginia, per mano di una donna che nessuno è mai riuscito a identificare. Ma perché Alan era tanto ossessionato dall’enigma della Lilith di Richmond? Cosa lo legava a quella vecchia storia di orrore e morte? E perché aveva tenuto segreto quel morboso interesse?
Nella sua angosciosa ricerca della verità, Sandra scoprirà che non solo suo marito, ma tutte le persone che la circondano hanno qualcosa da nascondere. E, soprattutto, che il filo di sangue che unisce l’omicidio del presente a quelli del passato non si è ancora spezzato. E la prossima vittima potrebbe essere proprio lei.

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Romano De Marco, abruzzese, classe 1965, esordisce come autore nel 2009 con FERRO E FUOCO (Giallo Mondadori n. 2974 ripubblicato per le librerie, nel 2012 da Pendragon edizioni). Nel 2011 esce il suo MILANO A MANO ARMATA, (Foschi Editore, premio Lomellina in giallo 2012). Nel gennaio 2013 è la volta di A CASA DEL DIAVOLO (Time Crime, Fanucci -secondo classificato premio Nebbia Gialla 2013). Dal 2014 è un autore Feltrinelli. Con l’editore milanese pubblica IO LA TROVERO’ (collana Fox Crime, 2014) CITTA’ DI POLVERE (Narrativa 2015) e MORTE DI LUNA (Zoom Filtri, 2015). E’ tradotto in spagna, ha pubblicato racconti e articoli su Linus, Il Corriere della sera e sulle collane del Giallo Mondadori. Collabora con vari blog e i suoi racconti sono inseriti in oltre dieci antologie. A gennaio 2017 è uscito il suo nuovo romanzo L’UOMO DI CASA per l’editore PIEMME (gruppo Mondadori).

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