“Le regole degli amanti” di Yari Selvetella (Bompiani)
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Un decalogo antitetico per coppie vere
di Daniela Sessa
Il testo più noto sulle regole dell’amore è il Kamasutra: nel quinto libro si danno i precetti, a dire il vero opportunistici, per sedurre le mogli altrui (meglio se l’altrui è un nemico). Un secolo prima Ovidio con i “Remedia amoris” aveva composto un manualetto, scandaloso per la corte augustea, in cui consigliava le strategie per sfuggire al coinvolgimento sentimentale. A Denis Diderot libertino viene attribuito un romanzo, “Thérèse Philosophe”, sulle peripezie sessuali di una sedicenne accompagnate da dissertazioni sull’esistenza, l’amore, la verità. Solo tre esempi per dimostrare quanta attenzione la letteratura abbia dedicato a regolamentare il non regolamentabile: l’amore. Si sa, l’amore è l’eco della libertà, l’espressione del desiderio, la maniera per sottrarsi alla morte o per sublimarla. L’amore è fuggevole (non si dice che in amore vince chi fugge?), richiede impazienza e fantasia, follia: “ti amo da impazzire” è frase cult. Provare a ingabbiare l’amore dentro un elenco di cose corrette o scorrette, convenienti o sconvenienti, perfino di diritti e doveri appare un compito se non arduo almeno impegnativo. Per il legislatore si tratta di normare coppie sposate o di fatto, per il prete di benedire gli anelli, per marito e moglie di armarsi di santa pazienza. Per uno scrittore vuol dire fingersi il geometra di Dante che in Paradiso fa quadrare il cerchio. Impegnativo, appunto. Leggi tutto…