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Posts Tagged ‘Virdimura’

VIRDIMURA di Simona Lo Iacono (Guanda) – recensione #2

Virdimura - Simona Lo Iacono - copertina“Virdimura” di Simona Lo Iacono (Guanda, 2024)

[Simona Lo Iacono ha raccontato la genesi di “Virdimura” su questo post di Letteratitudine]

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di Emma Di Rao

Non c’è alcun dubbio che ogni opera di Simona Lo Iacono sia attraversata dal proposito dell’autrice di porsi in ascolto dell’“affaticato rumore del mondo” e di prendersene cura. Una cura sapientemente affidata alle parole scritte, quelle parole che, fissate nella forma definitiva, appaiono capaci di resistere allo scorrere del tempo e che non vengono del tutto cancellate nemmeno quando, incise con un bastoncino sulla sabbia, siano raggiunte dall’onda del mare.
Nel nuovo romanzo dal titolo “Virdimura”, edito da Guanda, la cura, intesa come medicamento dell’anima prima che del corpo, diviene addirittura il progetto di vita della protagonista che tra innumerevoli difficoltà, diffidenze e sospetti consacra la propria esistenza all’esercizio dell’arte medica. Restituita a noi da antichi documenti con un’identità che la connota come la prima donna ad aver ottenuto la licentia curandi, Virdimura ha il nome che il padre le aveva assegnato deducendolo da precisi segni esteriori, ovvero dal muschio affiorante dalla pietra, immagine in cui potrebbe cogliersi un’allusione al colore della speranza che fiorisce sulla durezza dell’esistenza e ne rompe la scorza. Leggi tutto…

VIRDIMURA di Simona Lo Iacono (Guanda) – recensione

Virdimura - Simona Lo Iacono - copertina“Virdimura” di Simona Lo Iacono (Guanda, 2024)

[Simona Lo Iacono ha raccontato la genesi di “Virdimura” su questo post di Letteratitudine]

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di Rosalia Messina

Simona Lo Iacono torna in libreria con Virdimura, romanzo edito da Guanda, regalandoci un nuovo, appassionante ritratto di donna. Virdimura, realmente esistita, ha lasciato traccia di sé nella storia delle conquiste femminili: di religione ebraica, nel 1300 praticava a Catania, con la collaborazione di altre donne, sia ebree sia cristiane, la chirurgia, la medicina, l’accoglienza e la cura di persone malate, senza avere un permesso delle autorità e perciò non solo in violazione delle disposizioni allora in vigore ma, ancor più, in contrasto con le credenze religiose e la superstizione. Il contatto con la morte, con le polveri e le erbe medicamentose, con gli strumenti chirurgici, ove non accompagnato dai permessi prescritti, evocava l’ombra della stregoneria e del diabolico. Tanto più forti erano il sospetto e il rifiuto se a somministrare rimedi per i mali fisici e psichici era una donna.
Sulla base di alcune tracce documentali che attestano l’esistenza di una Virdimura catanese, guaritrice, Simona Lo Iacono ha immaginato una storia intensa e delicata insieme, narrata con un linguaggio poetico e immaginifico che ben si addice agli argomenti trattati e all’ambientazione nel tempo e nel luogo in cui si svolgono gli eventi: “Era l’anno 1302. Catania era la più bella delle città. Popolosa. Gloglottante. Colma di ebrei, musulmani, arabi, cristiani. Nessuno parlava una sola lingua, masticavamo un po’ tutti i dialetti. Ci capivamo sorridendo, amando, odiando. Inveendo o pregando il Dio degli altri” (il 1302 è l’anno della nascita della protagonista). Leggi tutto…

VIRDIMURA di Simona Lo Iacono (Guanda) – anticipazione

Virdimura - Simona Lo Iacono - copertina“Virdimura” di Simona Lo Iacono (Guanda, 2024): anticipazione

Il 6 febbraio 2024, per Guanda, uscirà il nuovo romanzo di Simona Lo Iacono intitolato “Virdimura”

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«È la storia di una donna realmente vissuta», ha dichiarato Simona Lo Iacono, «che conosceva il corpo e i suoi lamenti, che sapeva curarlo e dargli vita, coraggio, amore. Soprattutto se era il corpo di un povero, di un pazzo o di un bambino.
Si chiamava, appunto, Virdimura, ed è stata la prima donna medico del mondo.
Era una siciliana.
Cresciuta a Catania da un padre medico e sognatore, che nel corpo umano vedeva “il luogo per parlare con Dio”, Virdimura si dibatte in un secolo difficile (il 1300), viene fraintesa e bollata come strega, sfida la peste, il tifo, mesce erbe misericordiose capaci di guarire dal peggiore dei mali: la mancanza di perdono.
Ha pochi anni quando impara a distinguere la centella asiatica dall’agrimonia, a sezionare i cadaveri e a scrutarne i misteriosi organi interni. Resiste a tutto, alle persecuzioni, alle emarginazioni, al dolore e alle perdite. Ma mette su il primo gruppo di studentesse in medicina della storia ed è per loro che sfida le autorità mediche del tempo per ottenere – prima donna al mondo – la licenza a curare, un titolo abilitativo che veniva concesso solamente agli uomini. Leggi tutto…