“Virdimura” di Simona Lo Iacono (Guanda, 2024)
[Simona Lo Iacono ha raccontato la genesi di “Virdimura” su questo post di Letteratitudine]
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di Rosalia Messina
Simona Lo Iacono torna in libreria con Virdimura, romanzo edito da Guanda, regalandoci un nuovo, appassionante ritratto di donna. Virdimura, realmente esistita, ha lasciato traccia di sé nella storia delle conquiste femminili: di religione ebraica, nel 1300 praticava a Catania, con la collaborazione di altre donne, sia ebree sia cristiane, la chirurgia, la medicina, l’accoglienza e la cura di persone malate, senza avere un permesso delle autorità e perciò non solo in violazione delle disposizioni allora in vigore ma, ancor più, in contrasto con le credenze religiose e la superstizione. Il contatto con la morte, con le polveri e le erbe medicamentose, con gli strumenti chirurgici, ove non accompagnato dai permessi prescritti, evocava l’ombra della stregoneria e del diabolico. Tanto più forti erano il sospetto e il rifiuto se a somministrare rimedi per i mali fisici e psichici era una donna.
Sulla base di alcune tracce documentali che attestano l’esistenza di una Virdimura catanese, guaritrice, Simona Lo Iacono ha immaginato una storia intensa e delicata insieme, narrata con un linguaggio poetico e immaginifico che ben si addice agli argomenti trattati e all’ambientazione nel tempo e nel luogo in cui si svolgono gli eventi: “Era l’anno 1302. Catania era la più bella delle città. Popolosa. Gloglottante. Colma di ebrei, musulmani, arabi, cristiani. Nessuno parlava una sola lingua, masticavamo un po’ tutti i dialetti. Ci capivamo sorridendo, amando, odiando. Inveendo o pregando il Dio degli altri” (il 1302 è l’anno della nascita della protagonista). Leggi tutto…