“Quel tipo di donna” di Valeria Parrella (HarperCollins Italia)
* * *
di Emma Di Rao
L’universo femminile viene ricreato in una singolare “configurazione a quattro”, quattro amiche ‘sorelle’, in “Quel tipo di donna”, il nuovo romanzo di Valeria Parrella, edito da HarperCollins. La negazione risoluta e perentoria contenuta nell’incipit, “No: noi non siamo quel tipo di donne lì, o quel tipo di uomini, dico quelli che stendono una tovaglietta sotto il piatto per mangiare da soli”, si coniuga con la constatazione di una solitudine quasi abituale: “Abbiamo mangiato da sole tante volte, che l’avessimo scelto o no, che ci sia piaciuto o no”. La voce che dà avvio al romanzo appartiene all’io narrante che, peraltro, coincide con l’io personaggio o, meglio, con una delle quattro protagoniste della vicenda al centro del dispositivo narrativo. Ed è lei che tratteggia con sguardo lucido la propria personalità, nonché quella di Carola, Camilla e Dolores, attribuendo le differenze di carattere alle costellazioni sotto il cui segno ciascuna di loro era nata: solari ed allegre, in quanto ‘gemelli’, Carola e Dolores, “donne di spettacolo e cultura”, al contrario, “monolitiche e riottose” le altre due, in quanto ‘capricorno’. Si comprende subito che non si tratta di una diversità che separa, ma che, al contrario, arricchisce e vivifica il rapporto amicale, come si affretta a precisare la voce narrante: “noi abbiamo salvato le gemelli dai casini, loro ci hanno salvato dalla noia”. Se l’io narrante – personaggio, “impiegata in un ufficio della Regione e amante”, dichiara di essere affetta da una singolare malattia, ovvero la mancanza assoluta di autostima, che la rende “sempre seconda di qualcun’altra” e single perennemente libera, sulla sua sorella ‘capricorno’, Camilla, apprendiamo che è ordinata, puntuale nelle consegne ed estremamente organizzata, salvo poi a cercare rifugio nel sesso, nel vino e nel sonno, “che hanno molto a che fare con l’oblio, e quindi con la morte”. Leggi tutto…