“Pater” di Domenico Cacopardo (Ianieri, 2022)
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di Eliana Camaioni
L’espediente è manzoniano, quello del manoscritto ritrovato; la narrazione è in prima persona, un narratore incarnato ma con l’onniscienza di chi racconta tutto viaggiando avanti e indietro nel tempo, sebbene l’ordine degli eventi sia scandito dal calendario e gli anni si inseguano mescolandosi ai ricordi. “Scrivo negli anni 90” dice il nostro “Ma prima di andare avanti voglio raccontarvi di…”: una narrazione che diventa metanarrazione e svela sé stessa, sdrammatizzandosi e strizzando l’occhio al lettore, rendendolo complice del gioco letterario, fino ad accarezzarne il punto di vista (“Se un lettore casuale mettesse mano a questo manoscritto… se ci fossero delle impreviste lettrici”).
E’ così che Domenico Cacopardo, dopo una lunga e florida carriera da giallista, e un punto di vista sempre dedito alla ricerca della verità, sempre dalla parte della legge tanto nella scrittura quanto nella vita, firma questo gioiellino, Pater, per i tipi di Ianieri, divertendosi a rovesciare il tavolo. Perché Pater è un noir che è anche un divertissement d’autore, una storia che parte dalla legge e alla legge arriva ma dalla parte opposta, un approdo che nessuno e men che meno il lettore si aspetta perché tutto avviene in modo lento, fluido, progressivo, senza mai strappi o scossoni, dando ogni momento per scontata – quasi come un’ovvietà – l’ineluttabile piega che la brillante carriera del protagonista Cataldo Giammoro, nato a Monturi Marina il 22 settembre 1923, da un padre imprenditore agricolo, finisce per assumere. Leggi tutto…